mercoledì 27 giugno 2007

Due definizioni di Intelligenza

Analisi di una perdita, con progressivo scivolamento di senso delle parole


1) «capacità di calcolare esattamente i mezzi per ottenere un fine buono»

2) «capacità di calcolare esattamente i mezzi per ottenere un fine»
( Aristotele)


1) Phronesis:
«capacità di deliberare bene su ciò che è buono e vantaggioso non da un punto di vista parziale, come per esempio per la salute, o per la forza, o per la ricchezza, ma su ciò che è buono e utile per una vita felice in senso globale»
(Aristotele:Etica Nicomachea,libro VI, cap. 5)


Paul Ricoeur:L'etica secondo Aristotele
http://www.emsf.rai.it/interviste/interviste.asp%3Fd%3D327+Phronesis+aristotele&hl=it&ct=clnk&cd=2&gl=it&lr=lang_it%7Clang_pt
"Aristotele ha incontrato il problema della deliberazione nel libro che precede l'enumerazione delle virtù, il libro terzo, in cui si parla della prâxis e della poíesis. In questo libro Aristotele esprime un’idea assai limitata del ruolo della deliberazione e, in un certo senso, della ragione, che consiste per lui soltanto nel calcolare bene i mezzi, una volta posto il fine. Se un uomo fa il medico, per essere un buon medico deve saper purgare, somministrare medicine o, al contrario, tagliare; se fa l’architetto, deve saper costruire case.
Come dice Aristotele, non si delibera sui fini, ma sui mezzi. Nel libro sesto invece, in cui parla della prudenza, della saggezza pratica, ciò che viene messo in questione è proprio il fine. In rapporto al perseguimento della felicità, si deve fare il medico o l’architetto? Per questo affermo che siamo di fronte a una virtù di secondo grado, che rimette in causa i fini, che non erano affatto in discussione quando si diceva che c’è deliberazione soltanto sui mezzi. Qui si delibera intorno ai fini: è ciò che fa un adolescente, e che anche noi facciamo in tutti i momenti importanti della nostra vita, quando prendiamo una decisione per la nostra carriera, quando facciamo la scelta di quello che si dice in termini moderni un progetto di vita, un programma di vita. Si attua qui una deliberazione che investe il rapporto tra i fini e la felicità, e non più soltanto quello tra i mezzi e i fini. Alla fine del sesto libro dell'Etica nicomachea si trova un capoverso che non finisce di stupirmi, dove si afferma, in definitiva, che più importante della phrónesis, della saggezza, è il phrónimos, l’uomo saggio, perché è il suo gusto, il suo tatto morale, che gli permette in una data situazione di riconoscere in che senso si può agire bene o male.
Aristotele paragona la phrónesis anche con la sensazione, la aísthesis, che ci mette in contatto con le cose singole. Si può dire che la phrónesis ci mette in rapporto con le situazioni singole, a partire dalle grandi scelte di vita, che sono esse stesse ordinate alla felicità. La phrónesis circola dal basso in alto: in alto c’è l’idea che ci facciamo della felicità, in mezzo le diverse virtù con cui la perseguiamo, e in basso le singole azioni. La phrónesis è l’arte di accordare tutti i livelli, dunque un’arte morale."




2) Deinotes ( deinos, abile, furbo, astuto, meraviglioso, terribile)

l’uomo, “scopritore mirabile d’ingegnose risorse, ora al bene ora al male s’incammina”
Sofocle: Antigone


Pietro Montani TRA ARTE E TECNICA
http://www.cultura.toscana.it/artecontemporanea/documenti/montani.doc
"Voi sapete che nel primo stasimo dell’Antigone –che tanti filosofi hanno commentato– ne va appunto della tecnica. L’uomo viene descritto come un animale tecnico, come un esistente di cui la tecnica fa intimamente parte. Non qualcuno che per avventura potrebbe far a meno di essere tecnico. Tuttavia lo stesso rapporto dell’uomo con il suo intimo essere tecnico è deinon, inquietante, oscuro all’uomo stesso (questa è l’interpretazione celeberrima di Heidegger). Hölderlin traduce due volte questo stasimo: una volta traduce deinon con ungeheuer (che vuol dire il «mostruoso» inteso anche come «mirabile, insolito»), però successivamente traduce con gewaltig («violento»). Questo passaggio è forse un arretramento verso una interpretazione meno ambigua: l’uomo tende a violentare in via di principio le cose naturali perché il suo essere è un essere tecnico, la tecnica fa parte del suo essere, però questo essere tecnico è deinon, oscuro all’uomo stesso. Heidegger traduce questo deinon con una parola che ha avuto una grande fortuna nella storia filosofica del Novecento: unhemlich, «spaesante», che significa il non sentirsi mai pienamente a casa a casa propria, ovvero ritrovare l'estraneo proprio là dove ci si sente più sicuri. La tecnica è un modo d'essere essenziale dell’uomo: qualcosa di inquietante. L’uomo ha un rapporto inquietante, oscuro perfino a se stesso, con la tecnica."


Definizione di Intelligenza su Wikipedia

http://it.wikipedia.org/wiki/Intelligenza_%28psicologia%29
L'intelligenza è l'insieme innato di funzioni conoscitive, adattative e immaginative, generate dall'attività cerebrale dell'uomo e di alcuni animali. È anche definibile come la capacità di ragionare, apprendere, risolvere problemi, comprendere le idee e il linguaggio. Sebbene molti considerino il concetto di intelligenza in un ambito più ampio, molte scuole di psicologia considerano l'intelligenza come distinta da tratti della personalità come il carattere, la creatività o la saggezza.”


E di conseguente misurazione dell’Intelligenza

http://it.wikipedia.org/wiki/Quoziente_d%27intelligenza
“Il quoziente d'intelligenza o QI (IQ, intelligence quotient in inglese) è un numero derivato da una serie di test standardizzati. Questi test misurano l'abilità di una persona nell'eseguire un certo numero di compiti ai quali la maggior parte delle persone cresciute in quella società saranno esposte, e quindi misurare la capacità di una persona nell'assimilare e ripetere compiti intellettuali meccanici.”



Dalla Genesi :

1:1 Nel principio DIO creò i cieli e la terra.
1:3 Poi DIO disse: "Sia la luce!". E la luce fu.
1:4 E DIO vide che la luce era buona; e DIO separò la luce dalle tenebre.
1:10 E DIO chiamò l'asciutto "terra", e chiamò la raccolta delle acque "mari". E DIO vide che questo era buono.
1:12 E la terra produsse verdura, erbe che facevano seme secondo la loro specie e alberi che portavano frutto contenente il proprio seme, ciascuno secondo la propria specie. E DIO vide che questo era buono.
1:17 E DIO li mise nel firmamento dei cieli per far luce sulla terra. 1:18 per governare il giorno e la notte, e separare la luce dalle tenebre. E DIO vide che questo era buono.
1:21 Così DIO creò i grandi animali acquatici e tutti gli esseri viventi che si muovono, di cui brulicano le acque, ciascuno secondo la propria specie, ed ogni volatile secondo la sua specie. E DIO vide che questo era buono.
1:25 E DIO fece le fiere della terra secondo la loro specie, il bestiame secondo la propria specie, e tutti i rettili della terra secondo la loro specie. E DIO vide che questo era buono.
1:31 Allora DIO vide tutto ciò che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Così fu sera poi fu mattina: il sesto giorno.



Nel’intelligenza tecnica (deinos) il fine, la qualità finale, perde l’aggettivo Buono/Cattivo e pertanto diviene Qualità senza aggettivi; più precisamente Qualità Totale.
Con questa scomparsa dell’aggettivo “buono”, scompare anche il Soggetto (colui che esprime il giudizio di valore) , sostituito prima dal termine “utente” e poi, più chiaramente, dall’univoco “cliente”.


Le citazioni sono prese dal sito del MIUR : Ministero della Pubblica Istruzione

http://www.pubblica.istruzione.it/argomenti/qualita/faq.htm
D2 Oggi tutti usano il termine Qualità con accezioni diverse. Voi cosa intendete con qualità?R Con il termine Qualità intendiamo quanto proposto dalle Norme ISO (UNI ISO 8402) e cioè la capacità di individuare le proprietà e le caratteristiche di servizi che soddisfino i bisogni reali degli utenti della scuola, ponendo particolare attenzione sia alla identificazione di tali bisogni che alla verifica del loro soddisfacimento (cerchio della qualità).Il concetto di qualità viene inoltre esteso dal solo servizio all’intera organizzazione che lo eroga e che di esso si rende responsabile.
http://www.pubblica.istruzione.it/argomenti/qualita/glossario.htm
Qualità
L’insieme delle caratteristiche di un'entità che conferiscono ad essa la capacità di soddisfare esigenze espresse ed implicite.
E’ l’obiettivo strategico a lungo termine di un’organizzazione volta al raggiungimento della Qualità Totale. E’ un fattore prioritario di tutta l’organizzazione nelle sue relazioni esterne con clienti, fornitori, azionisti, concorrenti e in quelle interne, fra i dipendenti, collaboratori, ecc. E’ un concetto che esprime l’insieme delle proprietà capaci di soddisfare le esigenze del cliente, di cui è dotata un’azienda e il risultato del suo lavoro. Esprime quindi un’idea di eccellenza nella competitività, redditività, nei costi, nei tempi, nell’immagine, nel prodotto, nel servizio, nei controlli, nell’ecologia


Soddisfazione del cliente
Costituisce l’obiettivo prioritario del metodo della Qualità Totale. Si tratta di una strategia di organizzazione aziendale che si concretizza in un insieme di scelte finalizzate alla produzione di quella qualità che incontra pienamente le esigenze del cliente. Non si tratta quindi di una "qualità di prodotto", ma di una qualità dl modo di lavorare dell’azienda, della sua organizzazione, cioè di ciò che porta le persone a consolidare la loro prima scelta, ripetendola e riconfermandola nel tempo

Cliente
Qualsiasi soggetto che risulti coinvolto dai processi e dai prodotti aziendali, in quanto destinatario di questi ultimi
La norma UNI EN ISO 9000-I definisce cliente "colui che riceve un prodotto da un fornitore"
Cliente esterno è il cliente finale, ovvero la persona che compera il prodotto o il servizio finale dell'azienda.
Cliente interno all'interno di un'azienda il cliente interno è il soggetto o l'ente che sta a valle e che riceve il servizio, l'informazione o il semilavorato di chi sta a monte ( suo fornitore)


Utente
Fruitore di un servizio erogato da un'azienda che opera in monopolio, alla quale quindi egli è obbligato a rivolgersi. In realtà nell'ambito della qualità si tende a non parlare più di utente, ma solo di cliente, inteso come soggetto portatore di aspettative ed in grado di giudicare il servizio offerto dall'azienda



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