mercoledì 29 agosto 2007

Se...solo

- Se solo mi ascoltassi, una volta...
- Se facessi come ti dico...
- Se stessi più attento...
- Se Buddha in persona, invece che due gambe, avvesse tre ruote, sarebbe una carriola!



- Se solo una volta facessi Bingo...
- Se avessi un lavoro come dico io...
- Se i politici fossero onesti...
- Se Buddha in persona, invece che tre ruote, avesse tre palle, sarebbe San Nicola.


Living in Three Centuries: The Face of Age

"Living in Three Centuries: The Face of Age is the working title for this black-and-white photographic portrait project. All seventy-two framed prints are available as a major traveling exhibition for museums and galleries, as well as limited edition individual prints for sale. A book, a large-format monograph containing sixty images printed with absolute fidelity to the original photographs, is being produced to accompany the exhibition. "

Mind Time. Il fattore temporale nella coscienza

"Libet ha scoperto che il ritardo di mezzo secondo è sistematico: la stimolazione dei neuroni della corteccia sensoriale non produce una percezione cosciente se non dopo 500 millisecondi, e la produce solo se la stimolazione è sufficientemente protratta nel tempo.
Questo non significa che l´azione venga inibita da, e durante, i blackout della coscienza: non quelli momentanei, come nell´esempio della frenata, ma neppure quelli permanenti, come nella patologia della visione cieca. Significa, però, che tutti noi soffriamo di una congenita «temporanea percezione cieca», che ci preclude sistematicamente la coscienza degli eventi per mezzo secondo: in termini musicali, la nostra sensorialità è come una fuga a due voci, in cui la stimolazione funge da dux, e la coscienza da comes che la insegue a un intervallo di mezzo secondo.
Tutto ciò sarebbe in fondo soltanto curioso, se Libet non avesse scoperto qualcosa di molto più inquietante: il fatto, cioè, che la stessa cosa succede non solo per la nostra percezione passiva, in cui è il mondo ad agire su di noi, ma anche per la nostra volizione attiva, in cui siamo (o dovremmo essere) noi ad agire sul mondo. Più precisamente, gli effetti cerebrali inconsci delle nostre decisioni precedono le loro supposte cause coscienti: ad esempio, quando decidiamo di muovere un dito, il movimento avviene dopo 150 o 200 millisecondi, ma le aree cerebrali ad esso preposte si attivano 350 o 400 millisecondi prima dell´ordine!
Giustamente, nel capitolo finale del suo libro Libet si pone la domanda fatidica: «Che cosa significa tutto questo?», ma si limita a notare che il breve intervallo fra una volizione mentale e la sua esecuzione materiale è sufficientemente lungo per permetterci di inibire il movimento. In altre parole, il nostro libero arbitrio sembra essere compatibile con il compito negativo di evitare qualcosa che altrimenti succederebbe in maniera indipendente dalla nostra volontà: forse per questo i comandamenti etici, siano essi dettati da Jahvé a Mosè, o suggeriti dal daimon a Socrate, o proposti come regola aurea («non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te») da Confucio, sono più proibitivi che impositivi, e chiedono più di non fare che di fare.
Accomodare il libero arbitrio con i compiti positivi, quali la versione cristiana della regola aurea («fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te»), è più complicato. Gli esperimenti di Libet mostrano infatti chiaramente che sia gli ordini coscienti, sia i loro supposti effetti, derivano da qualcosa che li precede entrambi, e che ne è la vera, nascosta, e per ora ignota causa (a meno, naturalmente, di voler ammettere fantascientifiche retroazioni temporali che permettano alle volizioni di attivare nel passato aree cerebrali che provochino un movimento nel futuro).
Naturalmente, rimane da spiegare quale sia il valore evolutivo di quell´illusione chiamata volizione cosciente. L´ipotesi più interessante, per ora, ci sembra quella proposta dal fisico Erwin Schrödinger, premio Nobel nel 1932, nel suo libro Mente e materia, che si può illustrare con una metafora. Quando i primi uomini sbarcarono sulla Luna, il 20 luglio 1969, il volo della navicella spaziale procedette in maniera automatica fino all´atterraggio, a parte una piccola correzione di rotta effettuata manualmente da Armstrong all´ultimo momento, per evitare un ostacolo imprevisto: la coscienza è come quella correzione di rotta, necessaria fino a quando la navicella umana si sarà sufficientemente evoluta per poter procedere completamente col pilota automatico, come già fanno altre specie che noi con infantile superbia riteniamo e chiamiamo «inferiori».
(28 ago 2007) "
di Piergiorgio Odifreddi

lunedì 27 agosto 2007

Preghiera della Gestalt (Fritz Perls)

"Io sono io. Tu sei tu.
Io non sono al mondo per soddisfare le tue aspettative.
Tu non sei al mondo per soddisfare le mie aspettative.
Io faccio la mia cosa. Tu fai la tua cosa.
Se ci incontreremo sarà bellissimo;
altrimenti non ci sarà stato niente da fare."


"se ti assumi la responsabilità di quello che stai facendo, del modo in cui produci i tuoi sintomi, del modo in cui produci la tua malattia, del modo in cui produci la tua esistenza - al momento stesso in cui entri in contatto con te stesso - allora ha inizio la crescita, ha inizio l'integrazione"

"assumersi responsabilità per un altro, interferire con la sua vita e sentirsi onnipotenti sono la stessa cosa"

"sarò con te. Sarò con te con il mio interesse, la mia noia, la mia pazienza, la mia rabbia, la mia disponibilità. Sarò con te [...] ma non ti posso aiutare. Sarò con te. Tu farai quello che riterrai necessario"

"La consapevolezza di per sé può essere curativa. Dato che con una piena consapevolezza si diventa autoconsapevoli dell’autoregolazione dell’organismo, si può lasciare che l’organismo prenda in mano la situazione senza interferire, senza interrompere: della saggezza dell’organismo ci si può fidare. Di contro a questo atteggiamento troviamo l’intera patologia dell’automanipolazione, del controllo ambientale e via dicendo, che interferisce con i sottili meccanismi dell’autoregolazione dell’organismo”


Friedrich Salomon Perls

sabato 25 agosto 2007

Connessioni

Il termine riflessione ha due significati prevalenti:
1.Pensare su esperienze, questioni; ri-pensare pensieri.
2.Rispecchiare

La comune etimologia dei due processi suggerisce che la "capacità di riflettere" sia connessa alla radice con la capacità di "provare empatia".

In un articolo, trovato su Psychomedia, di Enrico de Vito titolato Empatia, fiducia e capacità di riflettere compare, come legame tra i due termini, quello di "fiducia".
Risulta molto sensato pensare che la "fiducia di base" sia l'espressione della sensazione di "essere connessi".

Se rompere bruscamente questa vitale sensazione costituisce trauma, ristabilire connessioni di senso sarà allora alla base dell'azione salutare.

Visto in quest'ottica, "l'attaccamento insicuro" può essere interpretato come una forma di connessione disfunzionale che la creatura non riesce ad abbandonare per la paura atavica di perdere l'originaria, vitale connessione che la costituisce.

Invece "il risveglio" si presenta, dopo l'abbandono "degli inutili tentetivi di soluzione", come evidenza che si impone di "essere naturalmente già sempre connessi":
La connessione che si cercava è già qui, ora, da sempre, precategoriale.

lunedì 13 agosto 2007

Solitudine (F. De André)

"L'unico status mentale, spirituale e talvolta necessariamente fisico, in cui si riesca a ottenere un contatto con l'assoluto, dentro di sé e fuori di se stessi. Intendo la solitudine come scelta, non l'isolamento che è sinonimo di abbandono e quindi di una scelta operata da altri. Personalmente mi considero la minoranza di uno e spesso trovo nella solitudine il modo migliore, forse l'unico, per preservarmi da attacchi esterni tesi anche inconsapevolmente ad interrompere il filo dei pensieri o a disturbare le sempre più rare vertigini di qualche sogno".
Le parole segrete di De André
Viaggio fra le carte del cantante-poeta

venerdì 3 agosto 2007

Parole...

"Curati dei tuoi pensieri… diventeranno le tue parole. Curati delle tue parole… diventeranno le tue azioni. Curati delle tue azioni… diventeranno le tue abitudini. Curati delle tue abitudini… diventeranno il tuo carattere. Curati del tuo carattere… diventerà il tuo Destino"
Frank Outlaw


Alcuni dicono che
quando è detta
la parola muore.
Io dico invece che
proprio quel giorno
comincia a vivere
Emily Dickinson, Silenzi: 1212


“Pietre e bastoni rompono le ossa; le parole non fanno niente”



"Le parole sono pietre"
Carlo Levi


La vita non ha senso se non la puoi tradurre in versi”.
Sylvia Plath, 1956


Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri, di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti....
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.
Alda Merini


«Vivere poeticamente significa vivere intensamente la vita, vivere d'amore, vivere di comunione, vivere di comunità, vivere di gioco, vivere d'estetica, vivere di conoscenza, vivere nello stesso tempo di affettività e di razionalità, vivere assumendo pienamente il destino di homo sapiens-demens.»
Edgar Morin, 2001


"E' all’Enigma della Sfinge che ho dedicato cinquant’anni di vita professionale come antropologo. Ed è di importanza primaria che la nostra risposta all’Enigma della Sfinge sia coerente con la maniera di gestire la nostra civiltà, e come quest’ultima debba essere in accordo con il funzionamento attuale dei sistemi viventi.Una difficoltà maggiore consiste nel fatto che la risposta all’Enigma della Sfinge è parzialmente un prodotto delle risposte che abbiamo già dato in diverse forme. Kurt Vonnegut ci avverte, in maniera un pò contorta, sul fatto che dovremmo fare attenzione a mentire poichè rischiamo di diventare come ci descriviamo nelle nostre menzogne. E qualcosa di simile, una sorta di autosaturazione, compare in tutte le le culture e organizzazioni dell’uomo. Ciò che la gente presume sia ‘umano’ è ciò che costruisce come premessa della sua sistemazione sociale e ciò che costruisce al suo interno è sicuramente appresa e sicuramente diverrà parte del carattere di coloro che vi partecipano. E andando avanti con i processi di autovalidazione delle nostre risposte, incontriamo qualcosa di ancora più serio, e cioè che ogni risposta che sosteniamo, così come diviene parzialmente vera attraverso il nostro sostegno, allo stesso modo diventa parzialmente irreversibile. E’ una specie di condanna. "
Gregory Bateson - Innocenza & Esperienza -1987


"Gli uomini e le parole si educano reciprocamente"
Peirce, Collected Papers ,5.313


“Il mio lavoro consiste di due parti: di quello che ho scritto, ed inoltre di tutto quello che non ho scritto. E proprio questa seconda parte è quella importante… quello che non ho scritto, quello che non è detto poiché non dicibile scientificamente è la parte più importante: l'etica e la religione".

“Indicare alla mosca la via di uscita dalla bottiglia”

L. Wittgestein