sabato 30 giugno 2007

Centro AntiVampiri


http://www.digamma.com/cav/index.htm


"Quante volte ci è capitato, incontrando una persona che conosciamo superficialmente ma che sicuramente si ricorda di noi, di salutarla e di riceverne in cambio un cupo silenzio? La sensazione che stia accadendo qualcosa di strano ci coglie subito, presentandosi come una impercettibile variazione nell’atmosfera, un lievissimo malessere seguìto da un senso di fastidio. Tutto è già avvenuto. L’energia se ne è già andata, il Vampiro ha avuto la sua "dose". Come è potuto accadere, così, in un secondo? Come il morso di una zanzara: un secondo e il sangue è andato. La spiegazione è semplice: quella persona, per un istante, ci ha privati della nostra dignità umana. Ha deciso che le leggi della più elementare educazione potevano essere sospese e si è nutrita della goccia di sangue uscita da quella piccola ferita alla nostra dignità.
Questo è il Vampiro. Un Vampiro piccolo piccolo, ma comunque un Vampiro.
E a quanti non è capitato almeno una volta di trovarsi davanti a un personaggio di dubbie qualità morali ma ammantato di un alone di potere, e provare contemporaneamente un senso di assoluta estraneità e di infiammata disponibilità a compiacerlo in ogni modo? Il suo bisogno di dominare sugli altri emana da lui come un odore. Egli alterna atteggiamenti vòlti a farci sentire delle assolute nullità al suo confronto con altri più bonari e apparentemente umani. Questi ultimi completano la cattura. Basterà un suo sorriso, un suo ammiccamento, un gesto di confidenza per farci vibrare di un’emozione aliena, misteriosa, che ci spingerà ad assumere atteggiamenti e a compiere atti improntati a una totale accondiscendenza nei suoi confronti. Compiacerlo sarà per noi il più grande onore.
Questo è il Vampiro. Un Vampiro solo un po’ più grande del precedente.
Il Vampiro della letteratura, dunque, non è altro che la metafora di un tipo umano estremamente diffuso nel nostro mondo e le modalità di appropriazione dell’energia vitale, cioè del sangue, hanno un ampio spettro che va dalla negazione di un saluto, di un sorriso, dell’attenzione, della risposta a una domanda, del riconoscimento di un merito fino alla violenza psicologica e alla privazione della libertà di pensare, o addirittura di vivere.
Il Centro AntiVampiri vuole accompagnarci alla scoperta di dimensioni e aspetti della realtà quotidiana che insospettatamente erano sfuggiti alla consapevolezza, indicando quanto è diffuso il fenomeno del vampirismo e sottolineando quanto la sua ampiezza e il suo essere così tanta parte della realtà non bastino a renderlo legittimo.
Ma attenzione: quando, coscientemente o in modo istintivo, qualcuno si sottrae a questo meccanismo, quando qualcuno non si dimostra disposto a lasciarsi rubare energia e a rubarla ad altri, viene immediatamente notato come un essere alieno: non è come gli altri, è diverso, è "strano"; viene additato ora come un povero sciocco con tendenza all’autodistruzione ora, al contrario, come un astuto e infido tessitore di trame occulte… Comunque una persona che è meglio isolare. Quindi, cari appartenenti alla Razza Umana, nel tentare di evitare l’estinzione, cerchiamo di non fare passi falsi. L’errore più grave sarebbe quello di lanciare contro il mondo dei Vampiri sfide cieche e isolate. La soluzione? Impariamo a riconoscerci tra noi."
"Vampiri energetici" di Mario Corte

Hubris

Sbagliare è umano,
perseverare è diabolico !

Perciò attenzione
- dice giustamente l'insegnante-
a non commettere più
sempre il medesimo errore.

Ma l'attenzione si polarizza
sull'errore
- da non commettere-
che è stato evocato.

Eccolo Lucifero
nella sua persistente
volontà di perfezione assoluta
che si dibatte
nelle fiamme
del fuoco infernale.

Non sbagliare,
negare l'errore,
perseverare,
con rabbia ostile ,
nella pervicace volontà
di negare il proprio errore.

Non sbagliare !
- eccolo l’errore !

Il serpente
si morde la coda
con sguardo luccicante.


Non è il diavolo,
è solo un serpente.

Lucifero con la sua hubris
e il suo dolore
c’insegna qualcosa,
povero diavolo.

Così, errando,
tracciamo nuovi sentieri.

Sbagliare è umano,
perseverare è diabolico.

venerdì 29 giugno 2007

Comprensione vs Manipolazione (V.Kenny & G.Gardner)

Molto interssante questo saggio sul sito OiKos, sito organizzato su una visione "Costruttivista" (E.Glasersfeld; G.Kelly; H. Maturana) e di "Ecologia della Mente" (G.Bateson).

La distinzione dei due fondamentali approcci alla relazione, descritta nel saggio, (Comprensione vs Manipolazione), consente di precisare, a mio avviso, quattro posizioni-base che definiscono l'io nel rapporto con l'altro ( e con il mondo):

1) Negare : Distruggere, Reificare, Squalificare, Confondere...
"Ti annullo" ( Automa; Sfinge)

2) Indurre : Sottomettere, Imporre, Obbligare, Confondere, Fascinare, Se-durre...
"Ti uso" ( Personaggio ; Maschera)

3) Convincere : Negoziare, Sospingere, Sedurre, Dialogare, Accordarsi...
"Ti porto" (Ruolo; Persona )

4) Concordare : Accordarsi, Affiatarsi, Sintonizzarsi, Condividere...
"Ci siamo" ( Sé; Essere)

Le prime due posizioni -con tutte le varianti e sfumature interne ed intermedie- rientrano appieno nella modalità più generale della Manipolazione descritta da Kenny; la quarta richiama chiaramente la Comprensione con il passaggio dall'Io al Noi, mentre la terza resta come posizione intermedia che delinea quell'ambiguità/possibilità propria di ogni dialogo/incontro, teso fra "retorica" ed autentica comunicazione.

******
Le due psicologie della comprensione e della manipolazione di Vincent Kenny & Georgianna Gardner
“Nell’ agire sociale di tutti i giorni abbiamo due principali opzioni su come entrare in relazione con le altre persone. Possiamo trattare gli altri in modo pragmatico, superficiale e manipolativo, o possiamo tentare di mettere in relazione il nostro Se` con quello degli altri. Quest’ultima scelta non e` di tipo superficiale o manipolativo, ma rappresenta l’impegno di vivere le relazioni sforzandoci di comprendere l’altro, e di farci comprendere in modi significativi.
Kelly chiama ‘Psicologia della Manipolazione’ il primo tipo di opzione, e ‘Psicologia della Comprensione’ il secondo tipo.
…..
Nella Psicologia della Manipolazione le interazioni si caratterizzano per scambi interpersonali di tipo utilitaristico e pragmatico. La persona manipolativa non si apre ad un processo di influenza reciproca con gli altri con i quali interagisce. Al contrario, si mantiene non coinvolto, emotivamente distante dagli altri e dalle loro esperienze, interessato ad ottenere dagli altri cio` che vuole. Stimola gli altri a produrre cio’ che lui desidera, senza preoccuparsi dello "stato Interiore" di chi gli sta accanto, delle loro preferenze. Nella Psicologia della Comprensione I partecipanti sono invece reciprocamente aperti l’uno all’ influenza dell’altro, in un processo di scambio da cui emergono cambiamenti personali e interpersonali.

Paragonando Le Due Psicologie di Rapporti

La Psicologia della Comprensione
1. Enfatizza i Processi
2. Complessita` dell’ Auto-Riconstruzione
3.Utilizza l’Opportunita`delle Consequenze non-intenzionali
4. Valorizza la Ricostruzione Creativa
5. Esplora la Consensualita` degli Osservatori
6. Elabora la Consapevolezza Riflessiva
7. E` Orientato al dominio dell’ Ignoranza

La Psicologia della Manipolazione
1. Enfatizza le Conclusioni
2. Desiderio per la Semplicita` di rapide soluzione
3.Tiene conto solo del Risultato Principale
4. Vuole Analisi Conclusive
5. Spera che qualcuno conosca una Soluzione Semplice
6. Incoraggia la Gratificazione Immediata
7. Crede alle storie da prima pagina

..
Osservando lo schema riassuntivo nella colonna che descrive la Psicologia della Comprensione, possiamo derivare due pricipii superordinati del Costruttivismo. I primi quattro item descrivono la necessita’ di uno "Sforzo Creativo´, e gli ultimi tre descrivono la necessita’ di assumersi una "Responsabilita’ Personale"..

VIVERE IN UN UNIVERSO CHE CAMBIA
"Parleremo di Auto-Preparazione Coraggiosa di fronte al coraggio di inserirsi nel flusso di perturbazioni di cambiamento, mentre per preparazione all’Evasivita’ intendiamo il mettersi al difuori dal flusso di perturbazioni che cambiano. Nel primo caso ci si prepara a dare il benvenuto al cambiamento , nel secondo caso ci si prepara a "smorzare" il cambiamento.

La psicologia della Comprensione incoraggia la preparazione alle transizioni e ai cambiamenti personali, la Psicologia della Manipolazione tende a spegnere il cambiamento personale."
(Kelly 1969 ) “

http://www.oikos.org

Due significati di "studium"

Due significati di "studium"

1) Meraviglia, Passione, Osservare con grande attenzione..

2) Applicazione, Compito, Metodo, Scuola..

Quando si ripete il luogo comune che "oggi manca l'abitudine allo studio", ci si riferisce in modo scontato al secondo significato della parola "studio".
Non si sospetta neanche che il primo significato, quello originario, già era perso nell'italiano "studio".
Infatti non se ne trova proprio traccia nel Dizionario Etimologico della lingua Italiana della Zanichelli.
Eppure, nonostante tutto, nelle condizioni più difficili, anche a scuola, meraviglia, ecco talvolta appare !

C'è chi vorrebbe sviluppare uno studio sistematico su questo!
Renderebbe più efficiente la scuola...:))

Rif.
De Mauro, Dizionario della lingua italiana :"lo studiare; applicazione volta all’apprendimento di una disciplina"

DIZIONARIO ETIMOLOGICO ONLINE :"Cura, Diligenza; Sollecitudine. Applicazione della mente a qualche cosa per impararla."

Dizionario Latino Italiano :"
"studio teneor appassionarsi (v.pron.)
studium videndi curiosità (s.f.)
passione (s.f.)
vocazione (s.f.)
simpatia (s.f.)
smania (s.f.)
inclinazione (s.f.)
brama (s.f.)
studio (s.m.)
zelo (s.m.)
studio (s.m.)
interesse (s.m.)
favore (s.m.)
fervore (s.m.)
desiderio (s.m.)
amore (s.m.)
ardore (s.m.)

1 applicazione, cura, diligenza, impegno, amore, passione, entusiasmo, zelo
2 inclinazione, propensione, predilezione
3 devozione, attaccamento, appoggio
4 faziosità, parzialità
5 (al pl.) fazioni, partiti
6 studio, ricerca
7 (al pl.) opere letterarie"

giovedì 28 giugno 2007

I figli (K. Gibran)

E una donna
che teneva un bambino al seno disse:
“Parlaci dei figli”.
Ed egli disse:

I vostri figli non sono vostri figli.
Sono figli e figlie del desiderio ardente
che la Vita ha per se stessa.
Essi vengono per mezzo di voi,
ma non da voi.
E benché siano con voi,
non vi appartengono.

Potete dar loro il vostro amore
ma non i vostri pensieri,
poiché essi hanno i loro pensieri.
Potete dar alloggio ai loro corpi,
ma non alle loro anime,
poiché le anime
dimorano nella casa del domani,
che voi non potete visitare
nemmeno nei vostri sogni.

Potete sforzarvi di essere come loro:
non cercate però di renderli come voi.
La vita, infatti, non torna indietro
né indugia sul passato.

Voi siete gli archi
dai quali i vostri figli
come frecce viventi son lanciati.
L’arciere vede il bersaglio
sul sentiero dell’infinito
e vi piega con la sua potenza
perché le sue frecce
volino veloci e lontane.

Lasciatevi piegare con gioia
dalla mano dell’Arciere;
poiché come egli ama la freccia che vola
così ama pure l’arco che è ben saldo”.

Khalil Gibran

Father forgets

"Ascolta, figlio: ti dico questo mentre stai dormendo con la manina sotto la guancia e i capelli biondi appiccicati alla fronte. Mi sono introdotto nella tua camera da solo: pochi minuti fa, quando mi sono seduto a leggere in biblioteca, un'ondata di rimorso mi si è abbattuta addosso, e pieno di senso di colpa mi avvicino al tuo letto.E stavo pensando a queste cose: ti ho messo in croce, ti ho rimproverato mentre ti vestivi per andare a scuola perché invece di lavarti ti eri solo passato un asciugamano sulla faccia, perché non ti sei pulito le scarpe. Ti ho rimproverato aspramente quando hai buttato la roba sul pavimento.A colazione, anche lì ti ho trovato in difetto: hai fatto cadere cose sulla tovaglia, hai ingurgitato cibo come un affamato, hai messo i gomiti sul tavolo. Hai spalmato troppo burro sul pane e, quando hai cominciato a giocare e io sono uscito per andare a prendere il treno, ti sei girato, hai fatto ciao ciao con la manina e hai gridato: "Ciao, papino!" e io hoaggrottato le sopracciglia e ho risposto: "Su diritto con la schiena!".E tutto è ricominciato da capo nel tardo pomeriggio, perché quando sono arrivato eri in ginocchio sul pavimento a giocare e si vedevano le calze bucate. Ti ho umiliato davanti agli amici, spedendoti a casa davanti a me.Le calze costano, e se le dovessi comperare tu, le tratteresti con più cura.Ti ricordi più tardi come sei entrato timidamente nel salotto dove leggevo, con uno sguardo che parlava dell'offesa subita? Quando ho alzato gli occhi dal giornale, impaziente per l'interruzione, sei rimasto esitante sulla porta. "Che vuoi?", ti ho aggredito brusco. Tu non hai detto niente, sei corso verso di me e mi hai buttato le braccia al collo e mi hai baciato e le tue braccine mi hanno stretto con l'affetto che Dio ti ha messo nel cuore e che, anche se non raccolto, non appassisce mai. Poi te ne sei andato sgambettando giù dalle scale.Be', figlio, è stato subito dopo che mi è scivolato di mano il giornale e mi ha preso un'angoscia terribile. Cosa mi sta succedendo? Mi sto abituando a trovare colpe, a sgridare; è questa la ricompensa per il fatto che sei un bambino, non un adulto? Nient'altro per stanotte, figliolo. Solo che son venuto qui vicino al tuo letto e mi sono inginocchiato, pieno di vergogna.E' una misera riparazione, lo so che non capiresti queste cose se te le dicessi quando sei sveglio. Ma domani sarò per te un vero papà. Ti sarò compagno, starò male quando tu starai male e riderò quando tu riderai, mi morderò la lingua quando mi saliranno alle labbra parole impazienti.Continuerò a ripetermi, come una formula di rito: "E' ancora un bambino, un ragazzino!".Ho proprio paura di averti sempre trattato come un uomo. E invece come ti vedo adesso, figlio, tutto appallottolato nel tuo lettino, mi fa capire che sei ancora un bambino. Ieri eri dalla tua mamma, con la testa sulla spalla. Ti ho sempre chiesto troppo, troppo. "
tratto da: Bruno Ferrero, Il canto del grillo, Elledici 1990

Qual è il meccanismo che forma le immagini?(Krishnamurti)

"Qual è il meccanismo che forma le immagini? Mia moglie mi dice: «Sei uno sciocco». La cosa non mi piace e mi lascia un segno nella mente. Poi mi dice qualcos'altro; anche questo mi lascia un segno nella mente. Questi segni sono le immagini della memoria. Ora, quando mi dice: «Sei uno sciocco», se in quello stesso istante sono conscio, presto attenzione, allora non rimane alcun segno - può darsi che abbia ragione. Dunque, la disattenzione genera le immagini; l'attenzione libera la mente dall'immagine. Questo è molto semplice. Ugualmente, se, quando mi adiro, divento completamente attento, allora non c'è quella disattenzione che permette al passato di venire a intromettersi nella concreta percezione della collera in quel momento"
....

"La vita è energia. è una conversione costante in energia. In ultima analisi però non c'è ne materia ne energia. Esse sono intercambiabili. ma quando sorge un pensiero quello è materia. Nella sua vera natura il pensiero si divide in due. Se attraverso qualche fortuna o attraverso qualche cambiamento strano il pensiero non si divide qualche cosa succede. Il pensiero esplode. Come un'esplosione atomica. Il corpo umano ha trilioni di atomi. E' un campo elettromagnetico. Quando un atomo esplode, esso distrugge ogni cosa che c'è in voi, innesca una catena a reazione. Voi non potete fare succedere una cosa del genere. Eppure c'è il 100% di possibilità che questo succeda ad ognuno di noi. Non che io vi stia allettando con un premio. Così funziona la natura. Eppure succede ad uno su un bilione. "perché non succede a me?" se voi cullate una tale domanda, non avete speranze."

mercoledì 27 giugno 2007

Due definizioni di Intelligenza

Analisi di una perdita, con progressivo scivolamento di senso delle parole


1) «capacità di calcolare esattamente i mezzi per ottenere un fine buono»

2) «capacità di calcolare esattamente i mezzi per ottenere un fine»
( Aristotele)


1) Phronesis:
«capacità di deliberare bene su ciò che è buono e vantaggioso non da un punto di vista parziale, come per esempio per la salute, o per la forza, o per la ricchezza, ma su ciò che è buono e utile per una vita felice in senso globale»
(Aristotele:Etica Nicomachea,libro VI, cap. 5)


Paul Ricoeur:L'etica secondo Aristotele
http://www.emsf.rai.it/interviste/interviste.asp%3Fd%3D327+Phronesis+aristotele&hl=it&ct=clnk&cd=2&gl=it&lr=lang_it%7Clang_pt
"Aristotele ha incontrato il problema della deliberazione nel libro che precede l'enumerazione delle virtù, il libro terzo, in cui si parla della prâxis e della poíesis. In questo libro Aristotele esprime un’idea assai limitata del ruolo della deliberazione e, in un certo senso, della ragione, che consiste per lui soltanto nel calcolare bene i mezzi, una volta posto il fine. Se un uomo fa il medico, per essere un buon medico deve saper purgare, somministrare medicine o, al contrario, tagliare; se fa l’architetto, deve saper costruire case.
Come dice Aristotele, non si delibera sui fini, ma sui mezzi. Nel libro sesto invece, in cui parla della prudenza, della saggezza pratica, ciò che viene messo in questione è proprio il fine. In rapporto al perseguimento della felicità, si deve fare il medico o l’architetto? Per questo affermo che siamo di fronte a una virtù di secondo grado, che rimette in causa i fini, che non erano affatto in discussione quando si diceva che c’è deliberazione soltanto sui mezzi. Qui si delibera intorno ai fini: è ciò che fa un adolescente, e che anche noi facciamo in tutti i momenti importanti della nostra vita, quando prendiamo una decisione per la nostra carriera, quando facciamo la scelta di quello che si dice in termini moderni un progetto di vita, un programma di vita. Si attua qui una deliberazione che investe il rapporto tra i fini e la felicità, e non più soltanto quello tra i mezzi e i fini. Alla fine del sesto libro dell'Etica nicomachea si trova un capoverso che non finisce di stupirmi, dove si afferma, in definitiva, che più importante della phrónesis, della saggezza, è il phrónimos, l’uomo saggio, perché è il suo gusto, il suo tatto morale, che gli permette in una data situazione di riconoscere in che senso si può agire bene o male.
Aristotele paragona la phrónesis anche con la sensazione, la aísthesis, che ci mette in contatto con le cose singole. Si può dire che la phrónesis ci mette in rapporto con le situazioni singole, a partire dalle grandi scelte di vita, che sono esse stesse ordinate alla felicità. La phrónesis circola dal basso in alto: in alto c’è l’idea che ci facciamo della felicità, in mezzo le diverse virtù con cui la perseguiamo, e in basso le singole azioni. La phrónesis è l’arte di accordare tutti i livelli, dunque un’arte morale."




2) Deinotes ( deinos, abile, furbo, astuto, meraviglioso, terribile)

l’uomo, “scopritore mirabile d’ingegnose risorse, ora al bene ora al male s’incammina”
Sofocle: Antigone


Pietro Montani TRA ARTE E TECNICA
http://www.cultura.toscana.it/artecontemporanea/documenti/montani.doc
"Voi sapete che nel primo stasimo dell’Antigone –che tanti filosofi hanno commentato– ne va appunto della tecnica. L’uomo viene descritto come un animale tecnico, come un esistente di cui la tecnica fa intimamente parte. Non qualcuno che per avventura potrebbe far a meno di essere tecnico. Tuttavia lo stesso rapporto dell’uomo con il suo intimo essere tecnico è deinon, inquietante, oscuro all’uomo stesso (questa è l’interpretazione celeberrima di Heidegger). Hölderlin traduce due volte questo stasimo: una volta traduce deinon con ungeheuer (che vuol dire il «mostruoso» inteso anche come «mirabile, insolito»), però successivamente traduce con gewaltig («violento»). Questo passaggio è forse un arretramento verso una interpretazione meno ambigua: l’uomo tende a violentare in via di principio le cose naturali perché il suo essere è un essere tecnico, la tecnica fa parte del suo essere, però questo essere tecnico è deinon, oscuro all’uomo stesso. Heidegger traduce questo deinon con una parola che ha avuto una grande fortuna nella storia filosofica del Novecento: unhemlich, «spaesante», che significa il non sentirsi mai pienamente a casa a casa propria, ovvero ritrovare l'estraneo proprio là dove ci si sente più sicuri. La tecnica è un modo d'essere essenziale dell’uomo: qualcosa di inquietante. L’uomo ha un rapporto inquietante, oscuro perfino a se stesso, con la tecnica."


Definizione di Intelligenza su Wikipedia

http://it.wikipedia.org/wiki/Intelligenza_%28psicologia%29
L'intelligenza è l'insieme innato di funzioni conoscitive, adattative e immaginative, generate dall'attività cerebrale dell'uomo e di alcuni animali. È anche definibile come la capacità di ragionare, apprendere, risolvere problemi, comprendere le idee e il linguaggio. Sebbene molti considerino il concetto di intelligenza in un ambito più ampio, molte scuole di psicologia considerano l'intelligenza come distinta da tratti della personalità come il carattere, la creatività o la saggezza.”


E di conseguente misurazione dell’Intelligenza

http://it.wikipedia.org/wiki/Quoziente_d%27intelligenza
“Il quoziente d'intelligenza o QI (IQ, intelligence quotient in inglese) è un numero derivato da una serie di test standardizzati. Questi test misurano l'abilità di una persona nell'eseguire un certo numero di compiti ai quali la maggior parte delle persone cresciute in quella società saranno esposte, e quindi misurare la capacità di una persona nell'assimilare e ripetere compiti intellettuali meccanici.”



Dalla Genesi :

1:1 Nel principio DIO creò i cieli e la terra.
1:3 Poi DIO disse: "Sia la luce!". E la luce fu.
1:4 E DIO vide che la luce era buona; e DIO separò la luce dalle tenebre.
1:10 E DIO chiamò l'asciutto "terra", e chiamò la raccolta delle acque "mari". E DIO vide che questo era buono.
1:12 E la terra produsse verdura, erbe che facevano seme secondo la loro specie e alberi che portavano frutto contenente il proprio seme, ciascuno secondo la propria specie. E DIO vide che questo era buono.
1:17 E DIO li mise nel firmamento dei cieli per far luce sulla terra. 1:18 per governare il giorno e la notte, e separare la luce dalle tenebre. E DIO vide che questo era buono.
1:21 Così DIO creò i grandi animali acquatici e tutti gli esseri viventi che si muovono, di cui brulicano le acque, ciascuno secondo la propria specie, ed ogni volatile secondo la sua specie. E DIO vide che questo era buono.
1:25 E DIO fece le fiere della terra secondo la loro specie, il bestiame secondo la propria specie, e tutti i rettili della terra secondo la loro specie. E DIO vide che questo era buono.
1:31 Allora DIO vide tutto ciò che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Così fu sera poi fu mattina: il sesto giorno.



Nel’intelligenza tecnica (deinos) il fine, la qualità finale, perde l’aggettivo Buono/Cattivo e pertanto diviene Qualità senza aggettivi; più precisamente Qualità Totale.
Con questa scomparsa dell’aggettivo “buono”, scompare anche il Soggetto (colui che esprime il giudizio di valore) , sostituito prima dal termine “utente” e poi, più chiaramente, dall’univoco “cliente”.


Le citazioni sono prese dal sito del MIUR : Ministero della Pubblica Istruzione

http://www.pubblica.istruzione.it/argomenti/qualita/faq.htm
D2 Oggi tutti usano il termine Qualità con accezioni diverse. Voi cosa intendete con qualità?R Con il termine Qualità intendiamo quanto proposto dalle Norme ISO (UNI ISO 8402) e cioè la capacità di individuare le proprietà e le caratteristiche di servizi che soddisfino i bisogni reali degli utenti della scuola, ponendo particolare attenzione sia alla identificazione di tali bisogni che alla verifica del loro soddisfacimento (cerchio della qualità).Il concetto di qualità viene inoltre esteso dal solo servizio all’intera organizzazione che lo eroga e che di esso si rende responsabile.
http://www.pubblica.istruzione.it/argomenti/qualita/glossario.htm
Qualità
L’insieme delle caratteristiche di un'entità che conferiscono ad essa la capacità di soddisfare esigenze espresse ed implicite.
E’ l’obiettivo strategico a lungo termine di un’organizzazione volta al raggiungimento della Qualità Totale. E’ un fattore prioritario di tutta l’organizzazione nelle sue relazioni esterne con clienti, fornitori, azionisti, concorrenti e in quelle interne, fra i dipendenti, collaboratori, ecc. E’ un concetto che esprime l’insieme delle proprietà capaci di soddisfare le esigenze del cliente, di cui è dotata un’azienda e il risultato del suo lavoro. Esprime quindi un’idea di eccellenza nella competitività, redditività, nei costi, nei tempi, nell’immagine, nel prodotto, nel servizio, nei controlli, nell’ecologia


Soddisfazione del cliente
Costituisce l’obiettivo prioritario del metodo della Qualità Totale. Si tratta di una strategia di organizzazione aziendale che si concretizza in un insieme di scelte finalizzate alla produzione di quella qualità che incontra pienamente le esigenze del cliente. Non si tratta quindi di una "qualità di prodotto", ma di una qualità dl modo di lavorare dell’azienda, della sua organizzazione, cioè di ciò che porta le persone a consolidare la loro prima scelta, ripetendola e riconfermandola nel tempo

Cliente
Qualsiasi soggetto che risulti coinvolto dai processi e dai prodotti aziendali, in quanto destinatario di questi ultimi
La norma UNI EN ISO 9000-I definisce cliente "colui che riceve un prodotto da un fornitore"
Cliente esterno è il cliente finale, ovvero la persona che compera il prodotto o il servizio finale dell'azienda.
Cliente interno all'interno di un'azienda il cliente interno è il soggetto o l'ente che sta a valle e che riceve il servizio, l'informazione o il semilavorato di chi sta a monte ( suo fornitore)


Utente
Fruitore di un servizio erogato da un'azienda che opera in monopolio, alla quale quindi egli è obbligato a rivolgersi. In realtà nell'ambito della qualità si tende a non parlare più di utente, ma solo di cliente, inteso come soggetto portatore di aspettative ed in grado di giudicare il servizio offerto dall'azienda



martedì 26 giugno 2007

Rimini: “La vita inizia a 60 anni”

RIMINI - “Per me il Centro è tutto. Vengo qui e mi sento qualcuno”, È un antidoto alla solitudine”, “È uno stimolo ad uscire di casa”. Questa la descrizione dei Centri sociali anziani nelle parole dei loro protagonisti riportate nella pubblicazione “La vita inizia a 60 anni”, curata dall’assessorato alle Politiche Sociali della provincia di Rimini, presentata ieri dall’assessore Marcella Bondoni.
La Guida - in distribuzione su tutto il territorio e scaricabile dal sito della provincia (
www.provincia.rimini.it/progetti/sociale) - presenta i 21 Centri sociali attivi nella provincia con l’obiettivo di divulgare la conoscenza di questo vivace mondo, popolato da 11.369 soci, e del suo importante ruolo socializzante. Per ogni Centro sono riportati l’elenco delle attività svolte, i contatti e un ricordo legato al passato, a rimarcare come questi luoghi siano, oltre che importanti spazi di aggregazione per contrastare la solitudine, anche preziosi contenitori di memorie. ...
“Il fenomeno più rilevante degli ultimi anni – afferma Marcella Bondoni, assessore provinciale alle Politiche Sociali - non è tanto il progressivo invecchiamento della popolazione, quanto il progressivo ‘ringiovanimento’ degli anziani. L’immagine che scaturisce sfogliando la Guida, infatti, ci ricorda che gli anziani non vanno visti solo come soggetti non autosufficienti bisognosi di assistenza, ma anche come una risorsa per il sistema locale. La terza età oggi proietta l’individuo in una nuova dimensione attiva. Ne è una conferma la partecipazione sempre maggiore degli anziani ad attività culturali, sociali e turistiche. È dunque necessario ripensare il modello di società, per dare la possibilità a chi esce dal mercato del lavoro di rimanere ancora cittadino attivo e partecipe. I Centri sociali anziani rappresentano una risposta a queste nuove esigenze”.
http://www.romagnaoggi.it/showarticle.php?articleID=224527&section=news/Rimini

Attenzione , Miror

Attenzione
Miror
lo puoi tradurre
in due modi:
Mirare
oppure
Ammirare.





Attenzione ....Pericolo





Attenzione ...Meraviglia



Attenzione !
Porgi la tua attenzione
a ciò
che sto per dirti.
Ti chiedo
la tua massima attenzione.

Osserva, ora
osserva
la tua attenzione
tesa come un arco
puntato.

Non fare niente:
continua ad osservare
questa tensione
che svanisce.

La freccia dell'attenzione
non può centrare
l’arco che la scaglia.

La semplice osservazione
a volte,
in un baleno,
si.


Zen-zero


Dialoghi (quasi seri) sui massimi sistemi

http://www.zen-zero.it/

lunedì 25 giugno 2007

La Mindfulness ....Informatizzata

" Fermiamoci un minuto (ogni ora)
di Roberto Venturini
Un sito, un movimento: per non perdere il controllo del lavoro e della vita, è sufficiente meditare, alzare la testa e pensare per pochi secondi a quello che stiamo facendo

Non di sole tecnologie vive l’uomo (e la donna, of course). Poi, lo sapete, io trovo bellissime e affascinanti le tecnologie. Mi permettono di lavorare velocissimo, di essere efficiente, di produrre tonnellate di slide quando lavoro al tornio di PowerPoint, di dominare lo spazio e il tempo. Con un piccolo rischio: quello di perdere completamente di vista un sacco di cose. ....
Con una campanella nel computer, ogni ora potremo avere l’opportunità di fermarci un istante e non procedere alla cieca, ma riprendere un po’ più il controllo di ciò che facciamo e di dove stiamo andando. "
http://www.apogeonline.com/webzine/2007/06/15/01/200706150101


..di creazione americana, of course.... ..

giovedì 21 giugno 2007

Una più una poesia di E. Dickinson

Emily Dickinson
The Complete Works
(Tutte le opere)
Traduzione e note di Giuseppe Ierolli


J 769 (1863) / F 497 (1862)
Uno più Uno - fa Uno -
Due - si finisca di usarlo -
Va bene per la scuola -
Ma per la Scelta interiore -
Vita - soltanto - O Morte -
O l'Eternità -
Di più - sarebbe troppo vasto
Per la Capacità dell'Anima -


J 1684 (?) / F 1690 (?)
La Cantonata è nella stima
L'Eternità è là
Affermiamo come di una Stazione
Mentre è così vicina
Che si unisce a me nel mio Vagare
Che condivide casa con me
Nessun Amico ho così ostinato
Come questa Eternità



mercoledì 20 giugno 2007

Il nostro compito (A.Einstein)

"Un essere umano è parte di un intero chiamato universo. Egli sperimenta i suoi pensieri ed i suoi sentimenti come qualcosa di separato dal resto: una specie d’illusione ottica della coscienza. Questa illusione è una specie di prigione.
Il nostro compito deve essere quello di liberare noi stessi da questa prigione, attraverso l'allargamento del nostro circolo di conoscenza e comprensione, sino ad includere tutte le creature viventi e l'interezza della natura nella sua bellezza".
EINSTEIN A.: L'autobiografia scientifica. Boringhieri, Torino, 1979.






"In un pomeriggio di fine estate, seduto in riva all'oceano, osservavo il moto delle onde e sentivo il ritmo del mio respiro, quando all'improvviso ebbi la consapevolezza che tutto intorno a me prendeva parte di una gigantesca danza cosmica. Essendo un fisico, sapevo che la sabbia, le rocce, l'acqua, l'aria che mi circondavano erano composte da molecole e da atomi in vibrazione e che questi, a loro volta, erano costituiti da particelle che interagivano tra loro, creando e distruggendo altre particelle. Sapevo anche che l'atmosfera della terra era continuamente bombardata da una pioggia di raggi cosmici... Tutto questo mi era noto. Ma fino a quel momento ne avevo avuto esperienza solo attraverso grafici, diagrammi e teorie matematiche. Sedendo su quella spiaggia, le mie esperienze precedenti presero vita. "Vidi" scendere dallo spazio esterno cascate di energia, nelle quali si creavano e si distruggevano particelle, con ritmi pulsanti. "Vidi" gli atomi degli elementi e quelli del mio corpo partecipare a questa danza cosmica, di energia. Percepii il suo ritmo e ne "sentii" la musica. E in quel momento seppi che questa era la danza di Shiva, il Dio dei danzatori, adorato dagli Indù."
Fritjof Capra


RACCONTARE/RACCONTARSI

"C'è un momento nel corso della vita, in cui si sente il bisogno di raccontarsi, in modo diverso dal solito. Capita a tutti, prima o poi. Alle donne e agli uomini, e accade ormai, puntualmente, da centinaia di anni soprattutto nelle culture occidentali. Da quando, forse, la scrittura si è assunta il compito di raccontare in prima persona quanto si è vissuto e di resistere all'oblio della memoria. E' una sensazione, più ancora che un progetto non da tutti realizzato e portato a termine; quasi un messaggio che ci raggiunge all'improvviso, sottile e poetico, ma nondimeno capace di assumere forme ben presto più narrative. Quasi un'urgenza o un emergenza, un dovere o un diritto: a seconda dei casi e delle circostanze.Tale bisogno, i cui contorni sfumano, e che tale può restare per il resto dell'esistenza come una presenza incompiuta, ricorsiva, insistente, è ciò che prende il nome di pensiero autobiografico".
DUCCIO DEMETRIO. Raccontarsi. L'autobiografia come cura di sé. Raffaello Cortina Editore, 1995, pag. 9.
Dalla rubrica RACCONTARE/RACCONTARSI del Centro di Psicologia Umanistica Script

martedì 19 giugno 2007

Mindfulness















"Il pensare incessante e ripetitivo interferisce con la capacità di connetterci con il nostro mondo. Isolati dentro le nostre teste, aspiriamo acutamente a quella connessione dalla quale il nostro pensare ci tiene lontani… Può essere una scoperta non da poco quella di accorgersi che tanta parte del nostro pensare è noiosa, ripetitiva e irrilevante e che, oltre a ciò, ci isola e ci taglia fuori proprio da quel sentimento di connessione che tanto apprezziamo ...
la meditazione mette in questione ciò che nella nostra cultura si dà per scontato e cioè che la connessione può avvenire solo in virtù di un altro. Nella visione buddhista la connessione è già presente. Noi non siamo separati e distinti come pensiamo di essere. La connessione è il nostro stato naturale: dobbiamo solo imparare a permettercelo "
M. Epstein, Going to pieces without falling apart. A Buddhist perspective on wholeness, New York 1998, pp. 58-9.


Hai mai fatto l'esperienza di fermarti del tutto,
di essere così totalmente nel tuo corpo,
di essere così totalmente nella tua vita
che quel che già sapevi e quello che non sai,
e quel ch'è stato e quel che ancora dev'essere,
e le cose come stanno proprio ora
non ti danno neanche un filo d'ansia o disaccordo?
Sarebbe un momento di presenza totale,
al di là della lotta, al di là della mera accettazione,
al di là della voglia di scappare
o sistemar le cose o tuffarcisi dentro a testa bassa:
un momento di puro essere, fuori dal tempo,
un momento di pura vista, pura percezione,
un momento nel quale la vita si limita a essere,
e quell'"essere" ti prende, ti afferra con tutti i sensi,
tutti i ricordi, fin dentro i geni,
in ciò che più ami,
e ti dice: benvenuto a casa.

Jon Kabat-Zinn

Salute mentale

Dal sito Ministero della Salute
"Definizione OMS
Con l'espressione salute mentale, secondo la definizione dell' Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si fa riferimento ad uno stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l'individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali, esercitare la propria funzione all'interno della società, rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell'ambiente, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni.

Recentemente, l' OMS ha effettuato uno studio per valutare la diffusione delle malattie nel mondo ed i relativi costi socio-economici. Lo studio ha evidenziato che i disturbi relativi alle malattie mentali rivestono un’importanza crescente in tutti i Paesi industrializzati sia per il numero dei soggetti colpiti, sia per l’elevato carico di disabilità e di costi economici e sociali che comportano per le persone colpite e per i loro familiari. Sono, infatti, circa 450 milioni le persone che in tutto il mondo soffrono di disturbi neurologici, mentali e comportamentali. In Europa, la mortalità per suicidio è più elevata di quella per incidenti stradali, e il solo disturbo depressivo maggiore rende conto del 6% del carico di sofferenza e disabilità legati alle malattie. L'impatto economico della morbilità psichiatrica è molto elevato, con stime conservative pari al 3-4% del PEL dell'Unione Europea.

In Italia, studi recenti condotti sia a livello nazionale che locale, hanno mostrato che la prevalenza annuale dei disturbi mentali nella popolazione generale è dell'8% circa ed un recente sondaggio, condotto su un campione di psichiatri italiani, ha riscontrato un aumento rispetto a dieci anni fa della frequenza con cui vari disturbi mentali giungono all'osservazione clinica. Anche in Italia, come in altri Paesi industrializzali, i disturbi mentali costituiscono una delle maggiori fonti di carico assistenziale e di costi per il Servizio Sanitario Nazionale; si presentano in tutte le classi d'età, sono associati a difficoltà nelle attività quotidiane, nel lavoro, nei rapporti interpersonali e familiari e alimentano spesso forme di indifferenza, di emarginazione e di esclusione sociale.

Un simile panorama impone di disporre di strumenti di sorveglianza e di monitoraggio dell'entità del fenomeno e di diffusione di interventi terapeutici e preventivi, basati su evidenze scientifiche, atti a promuovere la salute mentale. Anche a livello della Commissione dell’Unione Europea, è stata di recente sottolineata l'importanza delle informazioni rese disponibili da una attività di sorveglianza dei disturbi mentali nella popolazione."

giovedì 14 giugno 2007

Ageing Society-Osservatorio Terza età

Da repubblica.it
"Anziani, saranno 18 milioni nel 2050"Recuperare risorse e produrre salute"
Il ministro Ferrero: "Restituire loro un ruolo sociale". E lancia l'idea di un servizio civile
ROMA - Saremo sempre più anziani. Saremo sempre più vecchi. Da qui al 2050 gli over 65 in Italia saranno quasi 18 milioni (un terzo del totale) e rappresenteranno una componente della società a cui le autorità politiche dovranno cominciare a dare al più presto servizi e risposte. ...
...Ma se l'evoluzione demografica è inesorabile, non è altrettanto scontata la capacità delle elite politiche di gestirla nel mondo migliore. Anzi. Ben venga allora la descrizione dettagliata del fenomeno e le sollecitazioni di idee e proposte contenute nel "Rapporto Nazionale sulla condizione il pensiero degli anziani" di Ageing Society - Osservatorio sulla Terza età, presentato oggi a Roma alla presenza del ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero. Un poderoso volume di quasi duemila pagine che offre uno spaccato quanto più preciso possibile. ...

"Le società sono sempre state formate da coloro che lavorano e coloro che procreano - ha detto Emilio Mortella, presidente di Ageing Society - Osservatorio sulla Terza età -. Ora la società è composta per lo più da persone che non procreano e non lavorano. Davanti a questo processo così complesso si devono trovare comportamenti e soluzioni adeguate. Ma le autorità che ci guidano sono pronte?" ...
Più in generale per il ministro Ferrero è l'idea di invecchiamento attivo che va valorizzata. Non come proseguimento del periodo di produzione di ricchezza, quanto come un tempo in cui ci si dedica a produrre quelle "relazioni sociali tra generazioni e sul territorio che tanto mancano nella nostra società". In questo modo si romperebbe anche l'isolamento a cui gli lover 65 sono sempre più costretti. "Gli anziani questo lo fanno già - ha proseguito il ministro - ma c'è uno scarso riconoscimento sociale di questo volontariato." Proprio per questo Ferrero ha annunciato un prossimo disegno di legge "che riprenda questi ragionamenti e ponga un punto simbolico: la costituzione di un servizio civile per gli anziani. Un servizio che non si sostituisca alle mille pratiche di oggi, ma che le metta in rete. In modo che la terza età non sia solo un costo ma che abbia anche un ruolo sociale riconosciuto." "
(14 giugno 2007)

Contesti

Nella seconda dimensione
prevale il Fare.
E il motore,
di questo fare,
ha il cuore nell'economia.
La mente, allora,
è tutta tecnologica
e la pancia rimesta
liquide emozioni.


Nella terza dimensione
prevale l'Essere.
E il cuore è nell'esitenza.
La mente, è allora,
nella libera ricerca
e la pancia nutre
i sentimenti.

E le gambe?
Veloce o lentamente,
nei passagi
con la musica di fondo
si muove il passo.



.

mercoledì 13 giugno 2007

'Sindrome giapponese'

Occorre rivedere il luogo comune sulla "sindrome giapponese da pensionamento"
Secondo dati Censis del 2005, il 58 % degli anziani non vede l'ora di poter realizzare la "libertà di fare ciò di cui si ha voglia"

"il segreto di una buona vecchiaia, secondo gli anziani, risiede fondamentalemte "nella libertà di fare ciò di cui si ha voglia". Il 60,6% degli anziani di 60 anni e più vede nell'allungamento della vita una opportunità, perché permette di fare le cose che piacciono, ed oltre il 58% giudica positivamente l'andare in pensione, perché consente di vivere senza obblighi e godersi la vita."
Fonte Censis (2/3/2005)

Tiziano Terzani






Tiziano:Allora,capito?E' fattibile,fattibile per tutti.

Folco:cosa è fattibile?

Tiziano:Fare una vita,una vita.Una vera vita,una vita in cui sei tu.UNA VITA IN CUI TI RICONOSCI.


"Andando a giro per il mondo a incontrare medici, maghi e maestri avevo certo capito che era inutile continuare a viaggiare, che la cura delle cure non esiste e che la sola cosa da fare è vivere più coscientemente, il più naturalmente possibile, vivere in maniera semplice, mangiando poco e pulito, respirando bene, riducendo i propri bisogni, limitando al massimo i consumi, controllando i propri desideri e allargando così i margini della propria libertà"


"Alla fine tutto va messo alla prova: le idee, i propositi, quel che si crede di aver capito e i progressi che si pensa di aver fatto. E il banco di questa prova è uno solo: la propria vita. A che serve essere stati seduti sui talloni per ore a meditare se non si è con questo diventati migliori, un po' più distaccati dalle cose del mondo, dai desideri dei sensi, dai bisogni del corpo? A che vale predicare la non violenza se si continua a profittare del violento sistema dell'economia di mercato? A che serve aver riflettuto sulla vita e sulla morte se poi, dinanzi a una situazione drammatica, non si fa quel che si è detto tante volte bisognerebbe fare e si finisce invece per ricadere nel vecchio, condizionato modo di reagire?"

Dentro di noi

Dal forum

Dentro di noi. Risposta o fuga dalla realtà?

Inviato il: 15/9/2006, 14:42
" La nostra forza è data dal cuore.
Ci riconosciamo innanzitutto nell' ammirazione per questo grande uomo che è stato Tiziano Terzani,sia come giornalista che ha raccontato la Storia della sua epoca, sia come scrittore dell' anima, ma, non dimentichiamolo soprattutto come testimone diretto di esperienze personali intime eccezionali che ha voluto e saputo tramandare ai suoi lettori, cioè a tutti noi.Leggendo per la seconda volta il librino ho capito che c'è una magia che ci lega, anche se apparentemente può sembrare che il vecchio Forum fosse più...bello, e la magia è data dal fatto che persone diverse per età, cultura, passioni, provenienza hanno lo stesso scopo : quello di star bene insieme agli altri e di costruire un mondo migliore.Io credo che fosse anche il sogno di TT...

E allora forza, mettiamocela tutta.Come dice il dolce ipotetico gabbiano siamo impronte umane...belle impronte umane che stanno disegnando un cammino comune!
Carla"

martedì 12 giugno 2007

I neuroni specchio

I neuroni specchio su youtube

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"Per Stern la possibilità condividere degli stati affettivi passa attraverso un importante processo definito “sintonizzazione”. L’autore riporta alcuni esempi per illustrare il fenomeno. Uno di questi è il seguente.«Una bambina di nove mesi è molto eccitata dalla vista di un giocattolo e cerca di impadronirsene. Quando ci riesce esclama con forza aaah!, e guarda la madre. La madre ricambia lo sguardo ed effettua un vigoroso movimento con la parte superiore del corpo, della durata esatta dell’aaah! della bambina e con lo stesso carattere di eccitazione, gioia intensià».Stern sottolinea alcune caratteristiche delle sintonizzazioni, che le connoterebbero come «il mezzo ideale per realizzare la partecipazione intersoggettiva degli affetti» come il sembrare che ci sia stata una sorta di imitazione e il fatto che l’operazione, definita di matching, sia transmodale, ovvero il canale espressivo usato dal caregiver può essere diverso da quello utilizzato dal bambino; infine l’oggetto della corrispondenza che è stata ottenuta non è il comportamento del caregiver ma un aspetto peculiare che ne rifletta lo stato d’animo.La sintonizzazione degli affetti sembra consistere nella realizzazione di alcuni comportamenti in grado di evidenziare «la qualità di un sentimento condiviso» utilizzando anche canali espressivi diversi. Non si tratta quindi di semplice imitazione, poiché la mera imitazione non permette ai partecipanti di inferire lo stato affettivo altrui. Stern sintetizza affermando che «L’imitazione comunica la forma, la sintonizzazione i sentimenti». "
Marco Baranello
http://www.psyreview.org/articoli2001/20010301-baranello-02b.htm

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L'invecchiamento creativo



Marcello Cesa Bianchi L'invecchiamento creativo

Reti di condivisione

"Se la nuova era ha un tallone d'Achille, forse questo consiste nella mal riposta convinzione che le relazioni guidate dall'economia e le reti mediate dall'elettronica possano sostituire le relazioni e le comunità tradizionali. La premessa stessa di tale convinzione è distorta».
Jeremy Rifkin


"Avrei potuto fare soldi in questo modo, e mi sarei anche potuto divertire scrivendo codice. Ma sapevo che alla fine della mia carriera mi sarei guardato indietro verso anni passati a costruire muri per dividere le persone. E avrei sentito di aver speso la mia vita rendendo il mondo peggiore" (T.d.felipe) Richard Stallman


"Sopravvivere, socializzare, divertirsi. Ecco la progressione. Ed è per questo che abbiamo sottotitolato questo libro 'solo per divertirsi'. Perchè tutto ciò che facciamo lo facciamo in ultima analisi per divertirci (almeno se abbiamo avuto la possibilità di progredire fino a questa fase)."
Linus Torvalds e David Diamond
Rivoluzionario per caso. Come ho creato
Linux (solo per divertirmi) Garzanti Libri, 2001



Ponti (I. Calvino)

''Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.
- Ma qual è la pietra che sostiene il ponte ? - chiede Kublai Kan. -
Il ponte non è sostenuto da questa o quella pietra, - risponde
Marco, - ma dalla linea dell'arco che esse formano.

Kublai Kan rimane silenzioso, riflettendo.
Poi soggiunge: - Perché mi parli delle pietre ?
E' solo dell'arco che mi importa.
Polo risponde: - Senza pietre non c'è arco.''
Italo Calvino

Ora

La vita è breve.
Non perdere tempo.

Già ne hai perso
abbastanza.

E ancora ti attardi
volgendo lo sguardo
all'indietro?

La vita è breve.

Scorrendo il futuro,
certamente ti aspetta
l'improcrastinabile morte.

E ancora di più,
impaziente,
ti sposti in avanti?

Non sperdere tempo.
Certo, è bello fermarsi,
dormire, un poco talvolta sognare.

Ma scorre la vita,
e non c'è tempo.

Svegliati,
Non c'è tempo !

Svegliati,
dolcemente,
totalmente,
Ora!

Risate




funny laughing baby
http://www.youtube.com/watch?v=-uFtmSG9CNQ&NR=1



Ataque de Riso
http://youtube.com/watch?v=S5BGy8Mm7L8


La Bruna che ride
http://youtube.com/watch?v=69nEqjos3hQ


La serata della risata
http://youtube.com/watch?v=cti3RbQy-Gs

Tempi

Il tempo
lineare
ti porta dritto
alla terza età.

E ancora
ti affanni
ad ingannare
il tempo?

E dove
nasconderai
l'angoscia
della quarta?


Solo un'inversione
ti realizza
in circolo
nella terza dimensione.

Pensionamento

-Che farai in pensione?

La domanda viene fatta con sguardo spento e tono di voce calante...

Aleggia nell'aria l'innominato spettro della "terza età" e tutto il contorno di "assistenza agli anziani".

Poichè non rispondo ancora, il vuoto viene subito colmato dalla pronta offerta di "intrattenimento e svago"

-Potrai viaggiare...Eppoi, a te piace il bricolage, dei corsi di ceramica, di danza, di scrittura creativa...Università della terza eta?

-No, qualcosa vicino al volontariato.

- Ah, ecco, in che settore?

-Bhe, sono anziano; potrei occuparmi della terza età...,assistenza agli anziani, ed in modo creativo organizzare crociere,tutto compreso, con assistenza medica 24 ore, e corsi di danza,di pittura, di recitazione, di yoga...e cene sociali e tutto il resto.
Solo agli scali dovranno pagare per le escursioni...ma per gli over 65 c'è la riduzione sui tram e biglietto gratis ai musei...

Sorride.
Nel sorriso un barlume di un'altra dimensione

lunedì 11 giugno 2007

Terza dimensione

Nel ciclo di vita

la prima dimensione
è caratterizzata
dalla Formazione.


La seconda
richiede
Impegno sociale.


La terza dimensione
apre le porte
alla Libertà.


Non è questo che volevamo?


Varcata la soglia,
abbiamo il tempo,
ora,
di ridisegnare
con calma
e con gusto
il senso,
prima nascosto,
dello spirito
che unisce.


Dello spirito
che ci riunisce
nella scoperta
della terza dimensione.