domenica 2 marzo 2008

Giochi creativi

A proposito di “giochi” trovo ora inadeguata la citazione di Paul Carse, scelta in epigrafe, tendente a cogliere la differenza di base fra i diversi ‘tipi logici’ di gioco:

"Ci sono almeno due tipi di giochi, i giochi finiti e quelli infiniti. Un gioco finito si gioca per vincerlo, un gioco infinito per continuare a giocare. I partecipanti a un gioco finito giocano entro confini ben precisi, i partecipanti a un gioco infinito giocano con i confini."
Paul Carse

A ben guardare, chi gioca per vincere non sempre gioca entro confini ben precisi: ci sono i bari; ci sono situazioni borderline..
Inoltre, uno stesso gioco si può giocare all’infinito, come nel gioco d’azzardo e nell’alcolismo.
Invece sono proprio i giochi liberi, sui confini, come quello artistico e poetico, che generano nuove forme, interrompendo la precedente struttura e realizzando nuovi ‘giochi espressivi’.
E’ proprio il tentativo di “vittoria finale” che finisce col dare un carattere infinito ( di ripetitività infinita ) ad un gioco, facendo poi perdere il senso comune che “ogni bel gioco dura poco”.

A proposito di giochi, dunque, è più utile ricercare la differenza originaria con i termini creativo -distruttivo , per poter distinguere i giochi chiusi, ripetitivi, che danneggiano o comunque non favoriscono il pieno sviluppo dei “giocatori”, dai giochi che, invece, generano, alimentano e favoriscono ben-essere e crescita.

"Solo la situazione psicoterapeutica permette di capire adeguatamente il gioco. E' più probabile che si rivolga al terapeuta chi predilige un gioco distruttivo... perciò si sono capiti e approfonditi di più quelli distruttivi, ma il lettore non dimentichi che ce ne sono di costruttivi, giocati da gente più fortunata... 'Buono', dunque, è quel gioco che contribuisce sia al benessere degli altri giocatori, sia alla completa realizzazione di chi è parte in causa".
E. Berne " A che gioco giochiamo"

Dovrò dunque sostituire la citazione di P. Carse con altra più adeguata a cogliere la natura originaria dei "giochi creativi".
Cosa non facile oggi, in un contesto in cui la pubblicità ed i "creativi pubblicitari" si sono impadroniti dei termini e della scena mentale con "arguzia", "fantasia", "ironia", "novità"..."creatività (pubblicitaria)".

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