giovedì 29 maggio 2008

L'ospite inquietante (U.Galimberti)

“È stato loro insegnato tutto, ma non come mettere in contatto il cuore con la mente, e la mente con il comportamento, e il comportamento con il riverbero emotivo che gli eventi del mondo incidono nel loro cuore. Queste connessioni che fanno di un uomo un uomo non si sono costituite, e perciò nascono biografie capaci di gesti tra loro a tal punto slegati da non essere percepiti neppure come propri. E questo perché il cuore non è in sintonia con il pensiero e il pensiero con il comportamento, perché è fallita la comunicazione emotiva, e quindi la formazione del cuore come organo che, prima di ragionare, ci fa sentire che cosa è giusto e che cosa non è giusto, chi sono io e che ci faccio al mondo. (p. 53)

L'eccesso emozionale e la mancanza del raffreddamento riflessivo portano sostanzialmente a quattro possibili esiti: 1) lo stordimento dell'apparato emotivo attraverso quelle pratiche rituali che sono le notti in discoteca o i percorsi della droga; 2) il disinteresse per tutto, messo in atto per assopire le emozioni attraverso i percorsi dell'ignavia e della non partecipazione che portano all'atteggiamento opaco dell'indifferenza; 3) il gesto violento, quando non omicida, per scaricare le emozioni e per ottenere un'overdose che superi il livello di assuefazione come nella droga; 4) la genialità creativa, se il carico emotivo è corredato da buone autodiscipline.” (pp. 41-42)

Oggi l'educazione emotiva è lasciata al caso e tutti gli studi e le statistiche concordano nel segnalare la tendenza, nell'attuale generazione, ad avere un maggior numero di problemi emotivi rispetto a quelle precedenti. E questo perché oggi i giovanissimi sono più soli e più depressi, più rabbiosi e ribelli, più nervosi e impulsivi, più aggressivi e quindi impreparati alla vita, perché privi di quegli strumenti emotivi indispensabili per dare avvio a quei comportamenti quali l'autoconsapevolezza, l'auto-controllo, l'empatia, senza i quali saranno sì capaci di parlare, ma non di ascoltare, di risolvere i conflitti, di cooperare... p. 48)

Umberto Galimberti L'ospite inquietante Rizzoli, Milano 2007

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Galimberti non si commenta. Galimberti si assapora. Ha la capacità di porci davanti ai problemi. E di farci riflettere. Ci indica il cammino...Bella persona, insomma. Ce ne fossero un po' di più, forse...
Rosalba

Rivelato ha detto...

Vero.
Ci sono parole e contesti particolari in cui nulla è da aggiungere.
Grazie per il commento.
Scusami, a distanza di un anno, se ho ripreso, in questo mio blog, nato, con il pensionamento dalla scuola, come contenitore di appunti sparsi, anche un tuo scritto
significativo su "Pensieri in pensione", trovato in rete, senza pensare che prima avrei dovuto chiedere/comunicare ...
Di nuovo grazie