giovedì 1 novembre 2007

Sulle due frecce e sulla freccia a due punte

Ecco qui il discorso del Buddha sulle due frecce (Sallena Sutta).
"Meditatori, sia l'uomo ignorante che l'uomo saggio che percorre il sentiero percepiscono sensazioni piacevoli, spiacevoli e neutre. Ma qual'è la differenza tra i due, ciò che li caratterizza?Facciamo l'esempio di una persona che, trafitta da una freccia, ne riceva una seconda, sentendo quindi il dolore di entrambe le ferite. Ecco, la stessa cosa accade quando un ignorante, che non conosce l'insegnamento, viene a contatto con una sensazione spiacevole e - come reazione - si preoccupa, si agita, piange, grida, si batte sul petto, perde il senso della realtà. Quindi egli fa esperienza di due dolori: quello fisico e quello mentale. Gravato dalla sensazione spiacevole, reagisce con avversione e, con questo atteggiamento, inizia a creare in sè un condizionamento di avversione.Infatti, quando prova queste sensazioni negative, egli cerca il diletto in qualche sensazione piacevole, perchè - da persona ignorante quale è - non sa rispondere correttamente ad una sensazione spiacevole se non cercando riparo nel piacere dei sensi. E quando comincia a godere di un piacere, allora comincia ad instaurarsi in lui un condizionamento al desiderio, alla bramosia.Egli è completamente inconsapevole di come vadano le cose, non sa cioè che le sensazioni sono impermanenti, non sa quale sia l'origine della bramosia verso di esse, non conosce il pericolo che rappresentano, e non sa quale sia la via per non esserne schiavi.Questa sua incapacità crea dentro questo tipo di uomo un condizionamento di ignoranza. Provando sensazioni piacevoli, spiacevoli o neutre, l'ignorante, rimanendone condizionato, lontano dalla verità, è soggetto alla nascita, alla morte, alla vecchiaia, ai turbamenti, alle sofferenze, alle negatività. L'ignorante è così destinato all'infelicità.Invece l'uomo saggio, che percorre la via della verità, quando prova una sensazione spiacevole, non si preoccupa, non si agita, non piange, non urla, non si batte il petto, non perde il senso della realtà.È come chi venga trafitto da una sola freccia e non da due, percependo solo un tipo di sensazione spiacevole, quella fisica e non quella mentale. Colpito così da questa sensazione, non reagisce con avversione, e così non si forma in lui un condizionamento all'avversione. Inoltre non cerca rifugio in una sensazione piacevole per sfuggire quella spiacevole che sta vivendo. Egli sa, da persona saggia che è sulla via della verità, come ripararsi dalla sensazione sgradevole senza cadere nel piacere dei sensi. Così evita di creare un condizionamento di bramosia e desiderio. Egli comprende la realtà così come essa è effettivamente, del perenne sorgere e passare delle sensazioni, di quale sia l'origine della bramosia verso esse, del pericolo che essa costituisce e del modo di uscirne. Avendo dunque la perfetta e completa comprensione della realtà, egli non permette che si formino in lui questi condizionamenti di ignoranza.Quindi il meditante impara a rimanere equanime e distaccato qualora si manifestino sensazioni piacevoli, spiacevoli e neutre. Così facendo, chi cammina sulla via del retto insegnamento, rimane distaccato anche dalla nascita, dalla vecchiaia, dalla morte, dai turbamenti, dalle sofferenze e dalle negatività. Egli è equanime davanti a tutte le sofferenze. Questa è la differenza tra il saggio e l'ignorante.L'uomo saggio, concretamente addestrato nella pratica del retto insegnamento, rimane equanime di fronte alle sensazioni gradevoli e sgradevoli che sorgono nella sua persona".
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"La freccia a doppia punta
Non dovrete fare altro che esserci, guardare con gli occhi non offuscati, non confusi, non persi nel sonno dell'ignoranza.Occhi chiari, limpidi, occhi che guardano e che vedono, che si prendono la responsabilità di vedere.Occhi che trasmettono consapevolezza, coscienza, cuore.Occhi di persone che non trattengono, che non hanno paura a lasciarsi andare, occhi di persone che hanno finalmente cominciato a sentire la vita.
Mantenete l'attenzione.Si tratta semplicemente di mantenere l'attenzione quanto basta per spezzare lo stato ipnotico, che vi tiene nella meccanicità. Provate a mantenere l'attenzione nei momenti più critici della vostra vita, nei momenti in cui l'attenzione viene portata via, nei momenti di attrito più forti, nel dolore, nella sofferenza, nell'angoscia, in mezzo alle persone che dormono. Più forte è l'attrito più forte deve essere il vostro ricordo, la vostra presenza. Da questi attriti forti voi dovete estrarre, prendere energia, accumularla, non farvene togliere, non farvi addormentare: invertite la tendenza, usate la freccia a due punte. Questo simbolo significa che state guardando ed allo stesso tempo siete coscienti di guardare."


"La consapevolezza è come una freccia a due punte. Nel momento stesso in cui ci rivolgiamo diligentemente all'esterno, diveniamo coscienti di noi stessi. Viceversa, se osserviamo noi stessi, i nostri pensieri più intimi - secondo un processo di autoconoscenza che indaga le cause e ne rileva, senza congetturare alcunché, gli effetti - diverremo capaci di comprendere meglio il mondo estrinseco, tutto ciò che sembra presumibilmente o apparentemente altro da noi, esterno"

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cfr. anche Corrado Pensa : Il Buddha e la seconda freccia
...............................Consapevolezza paziente

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e