mercoledì 12 dicembre 2007

Realtà ortogonale

La “Terza dimensione” viene intesa, ad un primo livello, come svolgimento cronologico : C’è l’età della formazione, poi naturalmente deve seguire quella dell’impegno sociale (lavoro, famiglia, relazioni, associazioni, politica, etc.) e quindi, successivamente, la terza età che, per avere una sua dignità, deve essere intesa e vissuta come dimensione più libera e ‘panoramica’ della vita.

Ad un secondo livello la “Terza dimensione” viene intesa come uno spazio che si affianca al piano delle normali attività sociali : se sono costretto ad interagire entro un piano tutto ‘economico’, al tempo stesso mi concedo quello spazio che mi permette di vivere sentimenti, passioni, sogni in modo da ricordare e sentire chi sono e poter dire, ogni tanto, con Totò, : "siamo uomini, o caporali ?".

Ad un terzo livello la “Terza dimensione” si palesa non tanto o non più come un “dopo” o un “accanto” , ma come "apertura dimensionale verticale" che ristruttura completamente la visione dell’intero paesaggio.

Jon Kabata-Zinn parla, a proposito, di 'Realtà ortogonale':

Il processo in cui accade fa l’effetto di un risveglio da una trance accettata da tutti, da un mondo di sogni, di un’acquisizione improvvisa di vari livelli di libertà; dà molte più possibilità di vedere e reagire e andare incontro acuore aperto e in piena consapevolezza alla situazione in cui ci troviamo, alla quale forse in passato avremmo reagito in base ad abitudini e condizionamenti profondamente radicati.E’ come se ad un mondo “piatto”, bidimensionale, si venisse ad aggiungere una terza dimensione spaziale, ortogonale alla precedente, perpendicolare rispetto alla superficie originaria: le possibilità si aprono, anche se le due “vecchie” dimensioni sono le stesse di sempre, solo meno confinanti.”
Jon Kabata-Zinn, Riprendere i sensi. Guarire se stessi e il mondo attraverso la consapevolezza Corbaccio, 2007 , pag.339

La terza dimensione di "realtà ortogonale" è poi riferita da Kabata-Zinn anche alle istituzioni e nazioni e fa, a questo proposito, l'esempio vissuto e realizzato, da più di 25 anni, nella Clinica per la riduzione dello stress dell'Università del Massachusetts
"Se le persone possono effettuare una “rotazione dell’asse” della coscienza, possono farlo anche le istituzioni e perfino le nazioni."
Cit.,pag.342


Il termine scelto da Kabata-Zinn di “Reltà ortogonale” mi sembra efficace e felice perché conserva in sé il carattere unitario, verticale e multimensionale dell’esperienza.
Comunicare questo, scegliere le parole giuste nelle zone di confine, non è facile.
Infatti, posti su di un piano, gli uni-versi si chiudono: ‘attraversare spazi’, ‘entrare in diversi ambienti’, ‘vedere diversi scenari’ non è ancora il ‘ritovarsi in una terza dimensione’ o "realizzare una realtà ortogonale"..

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