domenica 22 luglio 2007

Appunti sulla Terza Dimensione

1 Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
2 C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
3 Un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire.
4 Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare.
5 Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
6 Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
7 Un tempo per stracciare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare.
8 Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
9 Che vantaggio ha chi si dà da fare con fatica?
Ecclesiaste

“Spesso ci accorgiamo di vivere con maggiore intensità quando la nostra normale percezione del tempo viene sconvolta e diamo più valore alla qualità che alla quantità del tempo impiegato in un'attività.”
J. Blacking: Come è musicale l'uomo?, Ricordi, Milano 1986, p. 70

"Tutto potrebbe esser noto e palese
se il tempo scomparisse "

W.B. Yeats


La terza dimensione non è il giorno di festa, non è la vacanza dal lavoro, non è esodo o alternativa critica.
Il carattere unidimensionale della società economica-tecnologica-consumistica già prevede e riassorbe in modo funzionale le proprie crepe.

La terza dimensione è anzitutto modo di vita, prospettiva esistenziale che si staglia, qui ed ora, solo quando si è fuori dal piano unidimensionale.

Per chi può dire “Ho dato!”, avendo compiuto il processo di crescita che pone fine “al bisogno economico di soluzione dei problemi”, si apre quel passaggio di crisi/crescita che cambia la Gestalt percettiva portando sullo sfondo ciò che prima aveva priorità dominante e consente di ritrovarsi, come Alice oltre lo specchio, entro un’altra dimensione.

I contorni di questa nuova dimensione sono percepibili nella ristrutturazione del tempo, del senso, della consapevolezza.

Il tempo lineare della dimensione unica, così finalizzato dalla prospettiva sociale, torna ad essere rimodellato in onde circolari, proprie del ciclo vitale.
Un tempo esteso, qualitativo, molto più ampio, rallentato, intenso, in quanto privo dell’accelerazione tipica del finalismo.
Paradossalmente l’esaltazione della qualità, rispetto al dominio quantitativo dell’orologio, porta di fatto ad un incremento enorme del vissuto temporale: solo ora sorge vera ricchezza di tempo e di esperienze.

Il senso, non più inteso come “fine e direzione di marcia” , diviene ora sensorialità, ascolto attivo, significato.
Il senso non è gia dato e da raggiungere: è qui, da osservare, scoprire, disegnare.

Consapevolezza è sospensione dell’io, è percepire qualcosa, oltre la trama finalistica, che prima non veniva percepito,.
Quando lo spazio mentale ed esistenziale è veramente libero è possibile scoprire quella dimensione in cui l’osservazione non coglie solo il contenuto, ma anche il processo che dà forma.
Consapevolezza è sentire di sentire : un sentire più ampio…


Soltanto chi lascia il labirinto può essere felice, soltanto chi è felice può uscirne.
M. Ende

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