lunedì 29 ottobre 2007

Watching the wheels

People say I'm crazy doing what I'm doing,
Well they give me all kinds of warnings to save me from ruin,
When I say that I'm o.k. they look at me kind of strange,
Surely you're not happy now you no longer play the game.

People say I'm lazy dreaming my life away,
Well they give me all kinds of advice designed to enlighten me,
When I tell that I'm doing fine watching shadows on the wall,
Don't you miss the big time boy you're no longer on the ball?

I'm just sitting here watching the wheels go round and round,
I really love to watch them roll,

No longer riding on the merry-go-round,
I just had to let it go.

People asking questions lost in confusion,

Well I tell them there's no problem,
Only solutions,
Well they shake their heads and they look at me as if I've lost my mind,
I tell them there's no hurry...I'm just sitting here doing time.

I'm just sitting here watching the wheels go round and round,

I really love to watch them roll,
No longer riding on the merry-go-round,
I just had to let it go.
John Lennon
La gente dice che sono pazzo a fare ciò che faccio
E mi da un sacco di avvertimenti per salvarmi dalla rovina
Quando dico che sto bene, mi guarda in modo strano
(Loro dicono:)Sicuramente non sei felice ora che sei fuori dal gioco

La gente dice che sono pigro e che passo il tempo a sognare
E mi da un sacco di consigli per illuminarmi
E quando rispondo che mi piace guardare le ombre sul muro
(Loro dicono:)Ma non rimpiangi i bei tempi? Ora non sei più in ballo

Io me ne sto semplicemente seduto qui, a guardare le ruote che girano e girano
Mi piace veramente vederle girare
Niente più giostre
Ho dovuto lasciar perdere
Ho dovuto lasciar perdere
Ho dovuto lasciar perdere

La gente è persa e confusa e fa domande
E quando io rispondo che non ci sono problemi,
Ma solo soluzioni
Loro scuotono la testa e mi guardano come se fossi pazzo
Io dico che non c'è fretta
Me ne sto seduto qui a far passare il tempo.

Io me ne sto semplicemente seduto qui, a guardare le ruote che girano e girano
Mi piace veramente guardarle girare
Niente più giostre
Ho dovuto lasciar perdere
Ho dovuto lasciar perdere
Ho dovuto lasciar perdere

Ecce homo

In definitiva, nessuno può trarre dalle cose, libri compresi, altro che quello che già sa.
Chi non ha accesso per esperienza a certe cose, non ha neppure orecchie per udirle.

Friedrich Nietzsche

Felicità (H. Hesse)

Fin quando dai la caccia alla felicità,
non sei maturo per essere felice,
anche se quello che più ami è già tuo.
Fin quando ti lamenti del perduto
ed hai solo mete e nessuna quiete,
non conosci ancora cos'è pace.
Solo quando rinunci ad ogni desiderio
e non conosci né meta né brama
e non chiami per nome la felicità,
Allora le onde dell'accadere non ti raggiungono più
e il tuo cuore e la tua anima hanno pace.

Hermann Hesse

martedì 16 ottobre 2007

Meditazione e filosofia (F. Bertossa)


"Le vie del domandare
Che cosa accomuna filosofia e meditazione? Potete capirlo dal fatto stesso che ce lo stiamo chiedendo. Le unisce l’atto di domandare.
Quando c’è solo l’atteggiamento del rispondere le culture si induriscono e si allontanano. Ma per arrivare a una risposta, bisogna essersi fatti una domanda. Il domandare è la cosa più preziosa che abbiamo.
Spesso si confonde la formulazione della domanda con lo stato di domanda. Lo stato di domanda può essere anche pre-verbale, non ha bisogno di una precisa formulazione, è solo aperto su qualcosa di non concluso. Ad esempio, la bellezza di questo vaso con due orchidee, chi può dire di comprenderla? Non la sappiamo penetrare e leggere a fondo, restiamo aperti su di essa. Quel senso di apertura, che è un profondo domandare, accomuna il filosofare con il meditare.
...
mai, mai e poi mai, si dà un’esperienza che non sia in primo luogo, immediatamente, di stranezza, e che solo dopo diventa “un volto noto”. Sulle prime vi è un momento subliminale, una prima matrice in cui tutto si dà in un lampo di stranezza e solo successivamente diviene parole, luci, mondo.

Questo stimolo è anche una sfida che si offre alla verifica e alla critica. Ad esempio, fate esperimenti di percezione: quando anche solo spostate lo sguardo, vi è un istante, qualche fotogramma di sconosciutezza. Ma, prima ancora, è di stranezza. E quella stranezza è dovuta alla percezione dell’esistere, alla percezione del tutto-invece-che-nulla.
Innata, profonda, radicata in noi, c’è questa coscienza di esistere. La si può ripescare, riaccendere, coltivare. Gli orientali, la tradizione del buddismo zen, lo hanno fatto. Gli occidentali lo hanno fatto solo a lampi: con le filosofie dell’esistenzialismo e della fenomenologia, con la grande arte. Ma in Occidente non sono diventate una pratica, una via. La nostra epoca è piena di panico, di smarrimento, perché questi momenti di apertura in cui tutto è strano e sconosciuto sono diffusi, ma non c’è una cultura capace di accoglierli. Al contrario, spesso sono letti come patologie.

Nella filosofia e nell’arte occidentali vi sono stati genii capaci di risvegliare ed esprimere in modo straordinario questi momenti di apertura, ma raramente di integrarli nella vita. Le persone si risvegliano all’esistenza, ma sovente ne vengono bruciate perché non ne sono dovutamente consapevoli, non ne intendono il significato e le rette imoplicazioni. L’Oriente ha coltivato questa consapevolezza e il buddismo si è reso conto che questo risveglio è il momento cruciale per l’uomo e che bene inteso può portare alla fine della sofferenza. Lo ha chiamato vacuità, shunyata. Non fondamento, ma vacuità. Stupore, sospensione. E propone una via per educarsi a stare in questo.
Un testo molto importante del buddismo, il Vimalakirti nirdesa sutra, ci dice che occorre “imparare la paziente sopportazione del non-creato”.
Buona ricerca. "

sabato 13 ottobre 2007

La scienza del vedere che non è scienza (F.Pessoa)

Sono un guardiano del gregge
Il gregge sono i miei pensieri
E i miei pensieri sono tutti sensazioni.
Penso con gli occhi e con le orecchie
E con le mani e coi piedi
E con il naso e con la bocca.
Pensare un fiore, è vederlo e respirarlo.
E mangiare un frutto è saperne il senso.
Ecco perché quando un giorno di caldo
Mi sento triste di goderne tanto,
E mi stendo completamente nell'erba,
E chiudo gli occhi che bruciano,
Sento che tutto il corpo è steso nella realtà,
So la verità e sono felice.
Tu dici, vivi nel presente;
Vivi solo nel presente.
Ma io non voglio il presente, voglio la realtà:
Voglio le cose che esistono, non il tempo
Che le misura.
Cos'è il presente?
È qualcosa di relativo al passato e al futuro.
È una cosa che esiste in funzione dell'esistenza
Di altre cose.
Ma io voglio la sola realtà, le cose senza presente.
Non voglio includere il tempo nel mio schema.
Non voglio pensare le cose in quanto presenti:
Le voglio pensare in quanto a cose.
Non le voglio separare da esse stesse,
Trattandole come presenti.
Non dovrei nemmeno trattarle come reali.
Non dovrei trattarle affatto.
Dovrei solo vederle, semplicemente vederle;
Vederle fino al punto di non poterle pensare,
Vederle fuori dal tempo, fuori dallo spazio,
Vederle con la facoltà di toglier tutto tranne il visibile.
Ecco la scienza del vedere, che non è scienza.
Fernando Pessoa

venerdì 12 ottobre 2007

Attaccamento, drammatizzazione : Niente di speciale

"L'atteggiamento o comprensione basilare di non essere separati causa un cambiamento radicale nella nostra vita emotiva. Questa comprensione implica che, di fronte a qualunque fatto, non ci sentiamo particolarmente feriti. Ciò non significa non occuparsi dei problemi che si presentano, ma non borbottare mentalmente: «Che cosa terribile! Nessuno passa i guai che io sto passando».
È come se la comprensione cancellasse questo tipo di reazioni.
Studente Quindi, sentirsi feriti è solo i nostri pensieri riguardo a una situazione?
Joko Sì. Non identificandoci più con questi pensieri, affrontiamo semplicemente la situazione e non lasciamo che influisca emotivamente su di noi.
Studente Ma possiamo sentirci feriti.
Joko Certo, e non sarò io a negare questo sentimento. Nella pratica lavoriamo con le sensazioni fisiche e i pensieri che sono, nel loro insieme, questo 'mi sento ferito'. Se sperimentiamo totalmente le sensazioni e i pensieri, il 'mi sento ferito' evapora. Non dirò mai che non dovremmo sentire i sentimenti che proviamo.
Studente Allora vuoi dire di lasciar andare l'attaccamento per la ferita?
Joko No. Non possiamo obbligarci a lasciar andare un attaccamento. Anche se l'attaccamento è solo un pensiero, non possiamo decidere: «Adesso lo lascio andare». Non può funzionare. Dobbiamo capire che cos'è l'attaccamento. Dobbiamo sperimentare la paura, la sensazione fisica che sta sotto l'attaccamento. allora l'attaccamento avvizzirà. Un'incomprensione diffusa è che nello Zen dobbiamo 'lasciar andare'. Non possiamo costringerci a lasciar andare. Dobbiamo sperimentare la paura che c'è dietro.
Inoltre, sperimentare l'attaccamento o la sensazione non significa drammatizzarlo. Drammatizzare un'emozione significa nasconderla.
Studente Se sperimentassi davvero la mia tristezza, non avrei più bisogno di piangere?
Joko Possiamo anche piangere. Ma c'è una differenza tra piangere e drammatizzare la nostra tristezza, paura o rabbia. Drammatizzare è il più delle volte un nascondere. Per esempio, una persona che urla, strilla, lancia oggetti e si accapiglia con un altro, non è in contatto con la sua rabbia"
Charlotte Joko Beck, Niente di speciale. Vivere lo zen.

mercoledì 10 ottobre 2007

The Mask (W. B.Yeats )

"PUT off that mask of burning gold
With emerald eyes."
"O no, my dear, you make so bold
To find if hearts be wild and wise,
And yet not cold."

"I would but find what's there to find,
Love or deceit."
"It was the mask engaged your mind,
And after set your heart to beat,
Not what's behind."

"But lest you are my enemy,
I must enquire."
"O no, my dear, let all that be;
What matter, so there is but fire
In you, in me?"

"Togli quella maschera d'oro ardente
Con gli occhi di smeraldo."
"Oh no, mio caro, tu vuoi permetterti
Di scoprire se i cuori sian selvaggi o saggi,
Benché non freddi."

"Volevo solo scoprire quel che c'è da scoprire,
Amore o inganno."
"Fu la maschera ad attrarre tua mente
E poi a farti battere il cuore,
Non quel che c'è dietro."

"Ma io debbo indagare per sapere
Se tu mi sia nemica."
"Oh no, mio caro, lascia andar tutto questo;
Che importa, purché ci sia fuoco
In te, in me?".

William Butler Yeats