Il vuoto, due visioni:
Il vuoto: assenza, mancanza, abisso senza fondo, buco da riempire.
Il vuoto: spazio aperto, processo senza forma definita, liberazione da un peso
“Quando meditiamo sulla vacuità, non stiamo pensando: “Oh, questa è la vacuità” e nemmeno: Oh, le cose non esistono in questo modo, ma possono esistere in modo diverso”.
Non deve esserci alcun tentativo di affermare qualcosa, ma un semplice posizionamento della mente sulla conclusione che le cose e i fatti mancano di una realtà intrinseca e indipendente….il che è diverso dal concentrare la mente sulla totale vacuità o la semplice assenza di qualcosa.
Perciò concludendo, bisogna focalizzare la mente sulla mancanza di esistenza indipendente e di realtà intrinseca.”
Dalai Lama : L’arte di essere pazienti , Neri Pozza, pag.196
venerdì 28 dicembre 2007
La presa
Porti la mani alla bocca:
Attenzione, mordi.
Porti la bocca alla mano:
Ammira, baci.
Guarda ora la mano
Osserva, che vedi?
La mano ti si impone alla vista:
Certo, ora "vedi"!
Tocchi con la mano il petto,
Lo afferri, lo sfiori.
Il petto nella tua mano?
Lo senti?
E ora ripensa a quanto detto:
Attenzione, i significati riprendi.
Comprendi?
Li afferri , li sfiori.
Ma puoi anche lasciare
Che qualcosa ti torni in mente ...
Ammira: sorpresa !
La sorgente è stata presa ?
Rifletti; che dici ?
Tu non devi prendere niente:
La sorgente è "presa".
Attenzione, mordi.
Porti la bocca alla mano:
Ammira, baci.
Guarda ora la mano
Osserva, che vedi?
La mano ti si impone alla vista:
Certo, ora "vedi"!
Tocchi con la mano il petto,
Lo afferri, lo sfiori.
Il petto nella tua mano?
Lo senti?
E ora ripensa a quanto detto:
Attenzione, i significati riprendi.
Comprendi?
Li afferri , li sfiori.
Ma puoi anche lasciare
Che qualcosa ti torni in mente ...
Ammira: sorpresa !
La sorgente è stata presa ?
Rifletti; che dici ?
Tu non devi prendere niente:
La sorgente è "presa".
mercoledì 19 dicembre 2007
Si tiene....
“Mentre lo schizoide si tiene insieme per non andare in pezzi,
l’orale si tiene stretto per non sentirsi abbandonato,
il masochista tiene fuori resistendo alle invasioni e ai soprusi
e tiene dentro rinunciando all’autoespressione per non perdere l’oggetto d’amore,
lo psicopatico si tiene su per sentirsi all’altezza della situazione,
il rigido si tiene indietro per non farsi coinvolgere nell’amore.”
Luciano Marchino, Il corpo non mente,Frassinelli, 2004
martedì 18 dicembre 2007
A cuore aperto
Il ritmo
della vita moderna...
I rapidi
cambiamenti post-industriali...
I circuiti
di sviluppo elettronico...
Impongono...
.
.
della vita moderna...
I rapidi
cambiamenti post-industriali...
I circuiti
di sviluppo elettronico...
Impongono...
.
.
Un momento!
Impongono ?
.
.
Di necessità:
La concorrenza internazionale...
Le reti globali...
Il progresso in tempi reali...
Sei tagliato fuori...
Se non ti adegui...
.
.
Al ciclo vitale ?
.
.
Tu scherzi, ma...
La vita è cambiata...
Notte e giorno non son più gli stessi...
E circuitati,
fin dalla nascita,
sono i cicli biologici...
.
.
Non dici niente ?
Come, non capisci ?
La rapida obsolescenza...
...delle conoscenze
...dei sistemi di valore
...dei modi di vita
Sei tagliato fuori...
sen non ti adegui...
ai processi di sviluppo...
...al progresso
...ai processi tecnologici
...all'economia
della comunicazione sempre più...
.
.
.
.
Comunicazione, dici ?
c'è forse spazio per il dialogo ?
.
.
Non facciamo filosofia adesso.
Se non riusciamo a dialogare...
Troppo grande è il solco
che ci separa...
.
.
Taceva il cuore
mentre il tachicardiaco muscolo
veniva sostituito
da un più efficiente pacemaker.
domenica 16 dicembre 2007
Cogliere il reale
Fuga dalla realtà
per alcuni;
Questa reale prigione
per altri.
.
per alcuni;
Questa reale prigione
per altri.
.
...................................................Fuori
...................................................l'occhio del cuore
...................................................entrambi
...................................................li osserva.
.
Occhio dietro le sbarre
occhio prigioniero;
Occhio che fuggi in cielo
occhio sognante;
Occho che sei,
in più luoghi,
occhio vivente.
...............................................Occhio fisso
................................................sui versi
................................................occho incatenato;
................................................Occhio sulla struttura
................................................occhio strutturato;
................................................Occhio che senti
................................................spazi
................................................cuore vibrante.
.
.
****************************
"Libertà in prigione"di Roberto Assagioli
“Due furono i momenti particolarmente duri nella sua vita ( di Roberto Assagioli) : la persecuzione e l'imprigionamento come ebreo e pacifista e la morte del figlio Ilario all'età di 28 anni.
“Due furono i momenti particolarmente duri nella sua vita ( di Roberto Assagioli) : la persecuzione e l'imprigionamento come ebreo e pacifista e la morte del figlio Ilario all'età di 28 anni.
Dal primo evento, un mese di carcere, scaturì il breve scritto "Libertà in prigione", di cui riporto il seguente brano:
"Mi resi conto che ero libero di assumere un atteggiamento o un altro nei confronti della situazione, di darle un valore o un altro, di utilizzarla o meno in un senso o nell'altro. Potevo ribellarmi, oppure sottomettermi passivamente, vegetando; oppure potevo indulgere nel piacere dell'autocommiserazione e assumere il ruolo di martire oppure, potevo prendere la situazione in maniera sportiva e con senso dell'humor, considerandola come una nuova e interessante esperienza. Potevo farne un periodo di cura, di riposo, o di pensiero intenso su questioni personali, riflettendo sulla mia vita passata o su problemi scientifici e filosofici; oppure potevo approfittare della situazione per sottopormi a un training delle facoltà psicologiche e fare esperimenti psicologici su me stesso; o, infine, come un ritiro spirituale. Compresi che dipendeva solo da me capire che ero libero di scegliere una o più di queste attività o atteggiamenti; che questa scelta avrebbe avuto effetti precisi e inevitabili, che potevo prevedere e dei quali ero pienamente responsabile. Nella mia mente non c'era dubbio alcuno circa questa libertà essenziale...."
Piero Ferrucci - "Crescere" - Ed. Astrolabio
Piero Ferrucci - "Crescere" - Ed. Astrolabio
giovedì 13 dicembre 2007
Tu sei quello !
Quando
ogni cosa e pensieri
si riunisce
in uno,
Tu sei uno
Tu sei quello!
Quando
forze e pensieri
fra loro lottano,
tu non sei uno
tu non sei quello.
Ma se poi
con distacco osservi,
Tu sei quello!
Tu sei quello!
Tu sei uno
Tu sei molti
Tu sei quello!
ogni cosa e pensieri
si riunisce
in uno,
Tu sei uno
Tu sei quello!
Quando
forze e pensieri
fra loro lottano,
tu non sei uno
tu non sei quello.
Ma se poi
con distacco osservi,
Tu sei quello!
Tu sei quello!
Tu sei uno
Tu sei molti
Tu sei quello!
La Relazione e il Soggetto
Nella storia della filosofia occidentale non c’è bisogno di arrivare fino ad Husserl per scoprire che il soggetto è un fascio di relazioni che si protende verso il mondo.
In tutta la riflessione filosofica su questo, è possibile ritrovare la scoperta che non c’è un essere isolato autosufficiente che poi ha delle relazioni : quest’essere è le relazioni che lo costituiscono da cima a fondo; relazioni che la riflessione ( filosofica ) cerca poi, volta a volta, di interpretare.
D’altra parte, per un osservatore, è semplice: la creatura vive nell’ambiente che lo costituisce.
E’ la descrizione del soggetto che fa nascere i problemi.
Il fiume scorre verso il mare.
Nel momento in cui il fiume, naturalmente sempre proteso verso il mare, vuol “cogliere” il mare, ecco che “deve dire” :
“quello è il mare”, “io sono fiume”; “lui è salato”, “io sono dolce”..
Tutta la filosofia orientale, le tecniche di meditazione, il “vuoto”, il Tao, il “non fare”, possono essere interpretati come ‘trucchi linguistici’ per dire al fiume, mai fermo, sempre naturalmente proteso verso il mare,: “Al mare ci arrivi comunque; c’è un ciclo più ampio che naturalmente, in ogni modo, garantisce attraverso processi atmosferici interconnessi, il collegamento di tutte le particelle di acqua”
Il fascio di particelle d’acqua che si protende verso il mare è sempre lì, ma, per così dire, “non pensando il mare” , “non si pensa fiume” : ciò che si manifesta in questa “sospensione” concettuale è quel fascio relazionale mai fermo, sempre nuovo e, allo stesso tempo, stranamente, sempre se stesso.. ( ma "ipse", non "idem" )
Come lo chiamiamo ?
Lo chiamiamo “Fiume”: è un nome; una metafora, per Eraclito, per ricordare al Soggetto il suo* “πάντα ῥει”.
* suo qui è riferito ad Eraclito?, al Soggetto?,al Fiume? ..Ecco, alla Relazione
In tutta la riflessione filosofica su questo, è possibile ritrovare la scoperta che non c’è un essere isolato autosufficiente che poi ha delle relazioni : quest’essere è le relazioni che lo costituiscono da cima a fondo; relazioni che la riflessione ( filosofica ) cerca poi, volta a volta, di interpretare.
D’altra parte, per un osservatore, è semplice: la creatura vive nell’ambiente che lo costituisce.
E’ la descrizione del soggetto che fa nascere i problemi.
Il fiume scorre verso il mare.
Nel momento in cui il fiume, naturalmente sempre proteso verso il mare, vuol “cogliere” il mare, ecco che “deve dire” :
“quello è il mare”, “io sono fiume”; “lui è salato”, “io sono dolce”..
Tutta la filosofia orientale, le tecniche di meditazione, il “vuoto”, il Tao, il “non fare”, possono essere interpretati come ‘trucchi linguistici’ per dire al fiume, mai fermo, sempre naturalmente proteso verso il mare,: “Al mare ci arrivi comunque; c’è un ciclo più ampio che naturalmente, in ogni modo, garantisce attraverso processi atmosferici interconnessi, il collegamento di tutte le particelle di acqua”
Il fascio di particelle d’acqua che si protende verso il mare è sempre lì, ma, per così dire, “non pensando il mare” , “non si pensa fiume” : ciò che si manifesta in questa “sospensione” concettuale è quel fascio relazionale mai fermo, sempre nuovo e, allo stesso tempo, stranamente, sempre se stesso.. ( ma "ipse", non "idem" )
Come lo chiamiamo ?
Lo chiamiamo “Fiume”: è un nome; una metafora, per Eraclito, per ricordare al Soggetto il suo* “πάντα ῥει”.
* suo qui è riferito ad Eraclito?, al Soggetto?,al Fiume? ..Ecco, alla Relazione
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