"..renderti conto delle reali capacità della tua mente creativa di elaborare ipotesi sullo sviluppo delle situazioni è un'esperienza che fa aumentare molto la stima per la tua mente non razionale. Essa coglie il linguaggio corporeo, i toni della voce, la scelta dei vocaboli, i contesti, archivia migliaia di informazioni impercettibili razionalmente, valuta assonanze, estrapola dall'esperienza ipotesi e linee evolutive. E a volte ci azzecca in modo impressionante. Queste esperienze ci aiutano a percepire un diverso livello di appartenenza, di corrispondenza al mondo. E questa sensazione di non estraneità è ulteriormente incrementata dalle sensazioni che l'atto artistico ci regala.Quando creiamo ci sentiamo dentro alla vita, completamente, riconquistiamo quello stato di estasi che abbiamo sperimentato da bambini quando ci perdevamo nella totale spontaneità del gioco.Per questo credo che ogni essere umano debba sperimentare lo stato artistico della mente.Si tratta di un nutrimento essenziale. Irrinunciabile. Un essere umano che non crea arte è emotivamente e mentalmente menomato.L'arte è l'unico medicamento che resta se incontri il nero del mondo e tutto il resto è perduto.
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ma il ladro che è testimone di questo divino prodigio non ne viene toccato perché l'unica cosa che gli importa è rubare la borsa dei soldi a chi è restato sbalordito di fronte al manifestarsi di Dio. Chi ha perso di più: il ladro o il derubato? Testa di cazzo! Dio ti sta mostrando una resurrezione e tu ti perdi la scena per rubare un portafoglio? E che cosa ti comprerai con quei soldi che abbia più valore dell'esperienza di vedere Dio che compie un miracolo? La nostra società è filosoficamente ammalata e folle proprio perché non considera la mancanza di solidarietà una gravissima amputazione emotiva. E questo handicap primario ha un altro grave e poco conosciuto disastroso effetto collaterale. Il professor Nittamo Montecucco ha condotto numerosi esperimenti misurando con opportune attrezzature, le onde cerebrali di persone impegnate nelle stesse azioni ed ha dimostrato l'esattezza di un'idea conosciuta da millenni presso molte culture. Un gruppo di persone che cantano insieme o giocano, fanno sport o pregano, sintonizzano inconsapevolmente le loro onde cerebrali in modo talmente forte che i grafici che le rappresentano assumono forme uguali. Questo fenomeno impiega esattamente 31 minuti a verificarsi. Questa sintonizzazione provoca una serie di reazioni fisiologiche che ci danno una sensazione di grande benessere. Questo spiega perché milioni di persone si dedichino agli sport di squadra, amino ballare, cantare, marciare o pregare tutti insieme. E spiega anche perché, come ha mostrato una statistica realizzata dal Corriere dello Sport, il maggior numero di gol vengano realizzati intorno al trentatreesimo minuto: 31 minuti per sintonizzare mentalmente la squadra e poi due minuti per andare a rete. E spiega perché per sperimentare le delizie estatiche del sesso tantrico sia necessario restare sessualmente uniti per più di mezz'ora (per approfondire vedi "Il sesso tantrico" su www.sessosublime.it). Questa sintonizzazione delle onde cerebrali non è solo un evento gradevole. Sperimentare il piacere della socializzazione è un bisogno naturale primario, non a caso siamo animali da branco. Non è un'opportunità, è un bisogno basilare. Se non soddisfiamo questo istinto otteniamo effetti pessimi su salute e stato d'animo. Effetti altrettanto gravi di quelli che sperimentiamo se rinunciamo al piacere del sesso o a quello di muovere vigorosamente il nostro corpo sudando e ansimando. Chi vive solo, senza mai mischiarsi con molti altri suoi simili per dedicarsi alle stesse attività è un povero desocializzato. E' una malattia ed è grave: corrode il gusto della vita. "
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ma il ladro che è testimone di questo divino prodigio non ne viene toccato perché l'unica cosa che gli importa è rubare la borsa dei soldi a chi è restato sbalordito di fronte al manifestarsi di Dio. Chi ha perso di più: il ladro o il derubato? Testa di cazzo! Dio ti sta mostrando una resurrezione e tu ti perdi la scena per rubare un portafoglio? E che cosa ti comprerai con quei soldi che abbia più valore dell'esperienza di vedere Dio che compie un miracolo? La nostra società è filosoficamente ammalata e folle proprio perché non considera la mancanza di solidarietà una gravissima amputazione emotiva. E questo handicap primario ha un altro grave e poco conosciuto disastroso effetto collaterale. Il professor Nittamo Montecucco ha condotto numerosi esperimenti misurando con opportune attrezzature, le onde cerebrali di persone impegnate nelle stesse azioni ed ha dimostrato l'esattezza di un'idea conosciuta da millenni presso molte culture. Un gruppo di persone che cantano insieme o giocano, fanno sport o pregano, sintonizzano inconsapevolmente le loro onde cerebrali in modo talmente forte che i grafici che le rappresentano assumono forme uguali. Questo fenomeno impiega esattamente 31 minuti a verificarsi. Questa sintonizzazione provoca una serie di reazioni fisiologiche che ci danno una sensazione di grande benessere. Questo spiega perché milioni di persone si dedichino agli sport di squadra, amino ballare, cantare, marciare o pregare tutti insieme. E spiega anche perché, come ha mostrato una statistica realizzata dal Corriere dello Sport, il maggior numero di gol vengano realizzati intorno al trentatreesimo minuto: 31 minuti per sintonizzare mentalmente la squadra e poi due minuti per andare a rete. E spiega perché per sperimentare le delizie estatiche del sesso tantrico sia necessario restare sessualmente uniti per più di mezz'ora (per approfondire vedi "Il sesso tantrico" su www.sessosublime.it). Questa sintonizzazione delle onde cerebrali non è solo un evento gradevole. Sperimentare il piacere della socializzazione è un bisogno naturale primario, non a caso siamo animali da branco. Non è un'opportunità, è un bisogno basilare. Se non soddisfiamo questo istinto otteniamo effetti pessimi su salute e stato d'animo. Effetti altrettanto gravi di quelli che sperimentiamo se rinunciamo al piacere del sesso o a quello di muovere vigorosamente il nostro corpo sudando e ansimando. Chi vive solo, senza mai mischiarsi con molti altri suoi simili per dedicarsi alle stesse attività è un povero desocializzato. E' una malattia ed è grave: corrode il gusto della vita. "
1 commento:
La mente creativa non può essere soggettiva, prima deve liberarsi dai paletti che la costringono e la ingabbiano in automatismi condizionanti, elementi esterni, elementi sociali; solo chi è in grado realmente di isolarsi, realmente di stare bene con se stessi è in grado poi di affrontare realmente un discorso di mente creativa e relazionarsi con il prossimo. Diventa molto difficile rendersi conto delle reali potenzialità della propria mente creativa se prima non si fanno i conti con il "proprio io". Se io potrei dire "io" oggi e dico "io" domani, si suppone che sia lo stesso io mentre in realtà non c'è rapporto tra loro. Ci troviamo nello stato presente a causa di certi ostacoli o certi fatti in noi stessi, e il fatto che è difficile da comprendere è che non abbiamo il diritto di dire "io" perchè sarà una falsità. Se si comincia ad osservare noi stessi vedremo che è proprio così: esistono io in noi che non si conoscono l'un l'altro e non vengono mai a contatto. Per esempio, si può cominciare a studiare le nostre simpatie e antipatie e vedremo che ci può piacere una cosa in un determinato momento ed un'altra in un altro momento, e che le due sono talmente opposte tra loro da farci capire immediatamente che questi "io" sono inconciliabili. Se osserviamo le nostre decisioni, vedremo che un io è quello che decide ed un altro io è quello che esegue la decisione, e quest'ultimo o non vuole eseguirla o non ne ha mai sentito parlare. Se scopriamo anche solo una sola cosa sulla quale non mentiamo a noi stessi, saremo già pronti ad affrontare un discorso più costruttivo: quello dello stato creativo della mente dunque affrontando prima, magari, quello dissociativo.
Sul professor Nittamo Montecucco che ha fatto degli esperimenti misurando le onde cerebrali probabilmente sono solo: teorie, sistemi, diagrammi che diventano semplice ausilio; essi aiutano la concentrazione e il giusto pensare, ma ci può essere soltanto uno scopo reale, e questo è cambiare il nostro essere, perchè se vogliamo cambiare qualcosa nella nostra comprensione del mondo, dobbiamo cambiare qualcosa in noi stessi, anche, con una scelta che ai più può suonar strana: quella di isolarsi, dunque, desocializzarsi (questo termine esisterà davvero?) per poter così guardarci dentro per poi scegliere se dedicarci a quei bei 31 minuti di vita o perché no..!!!. ad altro.
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